Il Palermo saprà l’esito dell’iscrizione al campionato di Serie il 3 o il 4 luglio, quando la Covisoc si pronuncerà sulla regolarità delle domande d’iscrizione delle squadre del campionato cadetto. L’edizione odierna di “Repubblica” fa il punto della situazione nel caso in cui la richiesta dei rosanero non venisse accolta. In questo caso la società di Viale del Fante perderebbe l’affiliazione alla Figc, di conseguenza ai rosanero sarebbe revocato il titolo sportivo e i giocatori sarebbero liberi da ogni vincolo contrattuale. A regolare tutto quello che accade in questo caso è una norma federale modificata ad aprile. «In caso di non ammissione al campionato di Serie A, B e C – si legge sulla norma – il presidente federale, d’intesa con il presidente della Lega Nazionale Dilettanti, potrà consentire alla città della società non ammessa di partecipare con una propria società ad un campionato della Lnd, anche in soprannumero». Vi è un unica condizione per la nuova società, che deve adempiere alle regole dell’eventuale campionato di nuova competenza, è quella di non avere soci o amministratori che abbiano ricoperto negli ultimi cinque anni «il ruolo di socio, di amministratore e/o di dirigente con poteri di rappresentanza nell’ambito federale, in società destinatarie di provvedimenti di esclusione dal campionato di competenza o di revoca dell’affiliazione dalla Figc». Di fatto, sarebbero esclusi dal nuovo progetto Arkus Network e Lucchesi. Però Non è automatica la partecipazione al campionato di serie D, infatti potrebbe essere deliberata anche la partecipazione al campionato Interregionale o a quello regionale di Eccellenza. L’ipotesi più buia sarebbe quella di restare un anno senza calcio a Palermo. Intanto ci sarebbero 2 gruppi che già hanno iniziato a muovere i primi passi nel caso di revoca dell’affiliazione, uno è rappresentato dal duo formato da Rinaldo Sagramola e Dario Mirri, quest’ultimo aveva provare ad acquistare il titolo sportivo del Cus Palermo, società che milita in Eccellenza. L’altro gruppo è legato a una cordata di imprenditori palermitani, gli stessi che volevano immettere capitale in Arkus Network, ma non l’hanno mai fatto.