“Dagli spalti vuoti con l’Atalanta al pienone contro il Verona passando per gli abbonati del match contro la Sampdoria. Il rilancio del tifo rosanero sembra andare di pari passo con il rilancio della squadra nella lotta per la salvezza. Una cosa è certa: il Palermo, contestato con petardi e fumogeni solo un mese fa, ha riconquistato i propri tifosi a suon di risultati. Per avere l’evidenza di quanto accaduto sarebbe bastato vedere le file che si sono formate ieri nelle rivendite autorizzate per l’acquisto dei biglietti. File ai botteghini del “Barbera”, ma anche allo store di via Maqueda e nelle agenzie Listicket. Il pubblico palermitano, oltre ai risultati della squadra, ha gradito le agevolazioni e gli sconti decisi dalla società di viale del Fante per riempire lo stadio. I tifosi hanno risposto alla grande tanto che ieri erano stati venduti 16.000 biglietti, nuovo record stagionale visto che l’ultimo primato era relativo ai 15.714 tagliandi venduti in occasione della gara con la Juventus. Posto che gli abbonati sono 10.023 e che la prevendita andrà avanti sino alla vigilia della partita in programma domenica sera è facile immaginare come il “Barbera” presenterà il colpo d’occhio del tutto esaurito. «Una partita, quella con il Verona che temo molto – dice Maurizio Zamparini – Il Lecce retrocesso fece perdere lo scudetto alla Roma». Zamparini è poi tornato a parlare del cosiddetto paracadute che spetta alle squadre retrocesse e che tante polemiche ha suscitato proprio in vista dello scontro tra Palermo e Verona. «Noi, insieme al Chievo, abbiamo votato contro la spartizione di quegli altri quindici milioni». Una dichiarazione che ha seguito una nota ufficiale della società. «La nostra – si legge – è una delle due società (con il Chievo) ad aver votato contro la delibera del 26 febbraio 2016 che ha suscitato tanto clamore. Il Palermo, inoltre, aveva già votato contro il 19 novembre 2012 e contro la distribuzione del cosiddetto “paracadute” del 3 dicembre 2012, in cui già si prevedeva il meccanismo dei “3 anni su 4”»”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Repubblica”.