Repubblica: “Stadi italiani fatiscenti in vista di Euro32: burocrazia e politica frenano il progresso delle strutture”
L’edizione odierna de “La Repubblica” si soffermo sullo stato degli stadi italiani titolando “Stadio d’emergenza”.
Impianti fatiscenti e progetti bloccati La speranza è Euro2032, ma chi paga? Burocrazia e politica frenano il progresso delle strutture. San Siro resta un caso. A Roma è derby e chi fa prima convince gli investitori. Il calcio italiano – scrive Emanuele Gamba – spera che un impulso arrivi da Euro 2032: siamo i candidati unici assieme alla Turchia, è scontato che l’Uefa ce li assegni e l’occasione potrebbe tornare buona per le cinque o sei città che saranno sede di gara (potranno aumentare se la competizione passerà da 24 a 32 squadre), ma anche per le altre. Al momento, però, sembra difficile che piova denaro pubblico, come invece capitò per Italia 90: il Comitato tecnico per gli stadi, costituito dal ministro Abodi e di cui fanno parte anche Figc, Lega e Mef, si è riunito una sola volta, il 24 luglio a Palazzo Chigi.
La Federcalcio spera almeno nello snellimento degli iter burocratici e nell’accesso a crediti agevolati, ma resta il fatto che in Italia esiste da dieci anni una legge sugli stadi senza che da allora nessun impianto sia stato costruito da zero. Figurarsi con il tetto retrattile o il prato affettabile. In Francia, Spagna e Inghilterra sono stati investiti 2,5 miliardi negli ultimi anni per 13 progetti. Da noi, poche decine. Certo, Milano e Roma sono pronte a partire. In particolare il Milan, che vorrebbe traslocare a San Donato Milanese tra il 2028 e il 2029, e la Roma, anche se nella capitale siamo ancora nella fase delle parole: oggi in Campidoglio (ci sarà anche il sindaco Gualtieri) verrà presentato il dibattito pubblico sul progetto del nuovo stadio a Pietralata. È ancora lunga. Fare presto è essenziale: chi prima arriva meglio alloggia, perché si troverebbe in vantaggio nella corsa ai finanziatori.
In questo senso l’Inter sembra più indietro, condizionata dalle incertezze economiche del club: i nerazzurri hanno comunque individuato un’area, a Rozzano, e un orizzonte temporale, lo stesso del Milan: il campionato 2028/2029. Cosa sarà di San Siro, non si sa. In Serie A, intanto, ci sono soltanto tre stadi davvero moderni, quelli di Juventus, Udinese e Frosinone. L’Atalanta, che in questa stagione completerà i lavori al Gewiss, ci sta arrivando. Il Cagliari da sei anni gioca in una struttura provvisoria e confida di avere il via libera per il nuovo Sant’Elia a ottobre e la Fiorentina spera che il Comune ottenga, dopo il ricorso al Tar, i fondi del Pnrr per il nuovo Franchi. Ci sono nazioni (inclusa la Turchia con cui condivideremo Euro 2032) che sono nel futuro, noi stiamo faticosamente tentando di arrivare al moderno.