“Il primato di club interamente di proprietà di un fondo di investimento se lo giocano in queste ore Milan e Palermo. Chi definirà la trattativa per primo diventerà anche il primo esempio nel mondo del calcio di una società interamente di proprietà di un fondo di investimento. Ma questo non significa che il pallone non rotoli già da tempo anche grazie a questo sistema finanziario. I fondi di investimento regolano già da qualche anno le fortune dei club europei comprando e prestando ai club i cartellini dei calciatori. Il fondo più famoso e forse anche quello più potente è quello della Doyen che dal 2011 praticamente finanzia il calcio spagnolo, portoghese e olandese. A Palermo si è iniziato a parlare di questo sistema quando ha fatto capolino Predrag Mijatovic. E chissà che in quel caso Zamparini non abbia provato la strada del finanziamento esterno alla società. Mijatovic faceva parte della scuderia di Vlado Lemic, uno dei consulenti del patron rosanero insieme a Davor Curkovic, agente che nel Palermo ha le procure di Jajalo, Trajkovski, Posavec, Balogh, Rajkovic, Sallai e Nestorosvki. Lemic fa parte di un grande sistema piramidale che controlla il calciomercato insieme all’israeliano Pinhas Zahavi, al portoghese Jorge Mendes, all’anglo-canadese di origine iraniana Kia Joorabchian, all’argentino Gustavo Mascardi, all’italiano Mino Raiola e alla Doyen Sports Investments. Sostanzialmente i procuratori, che gestiscono la maggior parte dei cartellini dei calciatori più importanti, incassano i soldi dai fondi che acquistano i giocatori e poi li “affittano” ai club che da una parte ripianano i bilanci con operazioni fittizie e dall’altra, quando il sistema funziona, raggiungono anche risultati sportivi. Un esempio a suo modo virtuoso è quello dell’Atletico Madrid che pur essendo sommerso dai debiti ha venduto l’anima alla Doyen che, anche grazie a operazioni di mercato, ha indirettamente finanziato il club permettendogli di scalare le gerarchie della Liga e del calcio europeo. Anche la crescita del Monaco dalla serie B francese alla Champions è stata possibile grazie ai fondi di investimento che hanno mosso come figurine tantissimi giocatori. Vicino all’acquisizione dell’intero pacchetto azionario di una squadra di calcio e non dei singoli calciatori, in passato, c’è stato proprio Zahavi attraverso la Gol Football Malta Limited che a luglio del 2015 si è fermata al novanta percento delle quote del Mouscron-Peruwelz, club della serie A belga. Altro esempio molto noto di giocatori mossi grazie ai fondi è quello di Gonzalo Higuain, ceduto dal River Plate al Real Madrid, ma passato senza mai giocarci un minuto per il Locarno, club che militava nella serie B svizzera controllato da un fondo d’investimento HAZ, acronimo di tre potenti procuratori: gli argentini Fernando Hidalgo e Gustavo Arribas e Pini Zahavi. Il Palermo dovrebbe rimanere al riparo da questi sistemi, perché il fondo di investimento che prenderà l’intero pacchetto di maggioranza del club rosanero e finanzierà le altre attività del Gruppo Zamparini non sembra direttamente legato a quel modo di muovere il mondo del calcio. «Fondi e società di investimento – spiegava l’amministratore delegato di Doyen Nelio Lucas qualche tempo fa – rendono le società sportive maggiormente competitive, facilitando la raccolta di risorse finanziarie e migliorando le condizioni contrattuali relative ad acquisti e cessioni dei giocatori. In un mondo evoluto l’attività dei fondi di investimento non dovrebbe rappresentare un pericolo per il calcio a condizione che questi soggetti agiscano nel rispetto di tutte le normative vigenti»”. Questo quanto riportato da “La Repubblica”.