Repubblica: “Sorrentino: «Vado via da vincente. Voglio giocare, non fare la chioccia»”

“Stefano Sorrentino è arrivato il momento di dire addio alla maglia rosanero? «I motivi per cui ho deciso di non rinnovare il contratto con il Palermo sono tanti. Quello più importante è che ho deciso di riavvicinarmi a casa. La mia carriera di calciatore sta per finire, ma quella di padre no. Le mie figlie crescono e hanno bisogno del papà il più vicino possibile». Un altro motivo può essere il fatto che da gennaio non ha avuto più un colloquio con il Palermo per il rinnovo? «Non è stato un discorso economico ma piuttosto di progetto. Il Palermo sarà ringiovanito molto e dover fare da chioccia non è nelle mie corde. Sapere che avrei dovuto avere un ruolo diverso o andare in secondo piano non fa parte del mio carattere. Non sentirmi al cento per cento protagonista è stato uno dei fattori che a gennaio mi aveva fatto dubitare. Se ci fossimo salvati prima avremmo avuto altri incontri». A parlato con Zamparini? «Non ancora, ma voglio ringraziarlo per l’offerta che mi ha fatto. È più vantaggiosa di quella del Chievo, ma i soldi non sono importanti. Se avessi scelto per i soldi oggi sarei in America o all’estero. Ringrazio il presidente per avermi portato a Palermo e per avermi dato la fascia da capitano». Vuol parare delle lacrime dopo la gara con il Verona? «È stato più bello e sentito della promozione. Quando piango non mi faccio vedere da nessuno, l’altra sera non riuscivo a fermarmi e non riuscivo ad andare via dallo stadio anche se la decisione era già stata presa». «Quel pianto e i 35 mila che gridavano il suo nome non l’hanno fatta cambiare idea? «Quei cori e quegli incitamenti li porterò per sempre con me, ma a Palermo ho dato tutto quello che avevo. Ho finito nel momento più bello e più giusto. Finisco da vincente». Posavec è stato designato come suo erede. È pronto? «Glielo auguro. Giocare nel Palermo in serie A non è semplice. Posavec ha grandi potenzialità, ma ha bisogno di tempo perché ha vent’anni. Si toglierà grosse soddisfazioni. Rispetto a me ha un’arma in più che è Sicignano. Peccato averlo incontrato tardi. Per me è stato decisivo. Penso di aver fatto un campionato di altissimo livello anche grazie a lui». La maledizione del capitano ha colpito ancora. Prima di lei è toccato a Di Donato, Liverani, Corini, Barreto. «Avrei voluto sfatare questo tabù. La fascia è una cosa bellissima. È una grande responsabilità ma a me piaceva. Non è da tutti essere il capitano del Palermo. Un domani quando si parlerà di Sorrentino a Palermo, quello che mi interessa è il ricordo dell’uomo prima di quello del calciatore. La maglia del Palermo è come una seconda pelle. Però, ci tengo a dire una cosa». Cosa? «Io non ho esonerato Ballardini. Non ho questo potere. Vorrei fosse chiaro anche per rispetto dei ruoli». Qual è il vostro rapporto? «A Coccaglio ha chiamato me e egli italiani chiedendoci scusa per quello che era successo. Era convinto che non lo accettassimo, ma non era così. L’abbraccio di domenica è stato un abbraccio vero». Sul suo addio influisce la stagione così tribolata? «È stato un anno pesante e difficile che mi ha logorato. Negli ultimi due mesi dormito pochissimo». Di Marzio ha più volte detto che avrebbe voluto trattenerla. «Il suo apporto è stato decisivo. Senza di lui non avremmo raggiunto la salvezza» Qual è stata la partita più difficile della stagione? «Quella di Frosinone alla fine su Paganini. Vale il settanta per cento della mia salvezza»”. Questo quanto riportato dall’odierna edizione de “La Repubblica” circa l’addio al Palermo di Stefano Sorrentino, che ieri pomeriggio ha annunciato in conferenza stampa l’imminente trasferimento al Chievo.