L’edizione odierna de “La Repubblica” riporta le dichiarazioni di Stefano Sorrentino, ex capitano del Palermo:
«È vero che sono nato a Cava dei Tirreni, ma è accaduto solo per caso. Mio padre, in quel periodo, giocava con la Nocerina e l’ospedale più vicino era lì. Quando va in campo il Palermo, tifo sempre per i colori rosanero. Domani non c’è dubbio che le mie speranze saranno tutte indirizzate per una vittoria della formazione di Boscaglia».
«Ricordo più bello? Dovrei scegliere fra tanti – sottolinea – perché è stato un periodo molto significativo della mia vita. Potrei dire la promozione in serie A, oppure il primo giorno che sono arrivato in città. Non appena atterrato a Punta Raisi, io e la mia famiglia ci siamo sentiti subito amati. Questo sentimento e questa emozione non sono più cambiati. Il Palermo non c’entra nulla con questa categoria: è ovvio che anche la serie C ha una sua totale dignità, ma l’ambiente e la città devono avere un altro posto nel calcio italiano».
«È ovvio che guardando la classifica – prosegue – chiunque capisce come il discorso legato al primo posto sia chiuso. È altrettanto certo, però, che questa squadra vada considerata un gruppo che può e deve acquisire consapevolezze con il corso del tempo. Insomma, il Palermo ha gradi margini di miglioramento. Prendo ad esempio il derby contro il Catania, affrontato con soli undici giocatori: è il simbolo di un campionato diverso da tutti gli altri. Ogni giudizio sul comportamento di qualsiasi squadra – spiega Sorrentino – va soppesato con le condizioni generali e con le vicende legata alla singola partita e al Covid. Per diverse settimane, poi, bisognava soppesare i punti ottenuti con le gare giocate e quelle da recuperare. Siamo davanti ad una stagione irripetibile. L’organico è di tutto rispetto – continua Sorrentino – e i valori tecnici mi sembrano adeguati al campionato. L’allenatore è uno che sa come si fa a vincere. Non resta che dare credito a questo gruppo».
«Futuro? Mi sto guardando intorno – dice – Intanto collaboro con Pastorello, che era il mio procuratore. In futuro, si vedrà. Cosa dico ai tifosi rosanero? Sono due le cose che voglio dire loro: la prima è che non vedo l’ora di sedermi sugli spalti del Barbera e assistere ad una partita del Palermo. L’altra è il mio personale “ Forza Palermo, sempre!”. E sottolineo sempre. Ho imparato bene quanto ci tengano a questa parola: riassume l’amore immenso per la loro squadra».