L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma su Edoardo Soleri, un’arma in più per il Palermo.
Entra e segna. In mischia, in contropiede e, per celebrare il traguardo doppia cifra, ora pure da quaranta metri. È l’attaccante con il sorriso, l’altra faccia dei gol rosanero. Edoardo Soleri il “solare”, lo ha definito Baldini. Sarà per l’infanzia trascorsa in Argentina (guarda caso nel quartiere “Palermo”) e in Brasile, dove il calcio è allegria. Nelle spiagge di Rio de Janeiro iniziò a dare i primi tocchi al pallone, fino al ritorno in Italia a dieci anni per diventare oggi il giocatore «da cui tutti dovrebbero prendere esempio perché – citando ancora il tecnico – Anche se gioca pochi minuti, si sente utile lo stesso».
I numeri lo confermano: dieci reti, tutte da subentrato. L’ultima, per il definitivo 4-0 al Picerno, è stata la più spettacolare. Terminato il Brunori-show al 76’, Soleri ha preso il suo posto e dopo quattro minuti si è trovato il pallone sui piedi. Dalla trequarti, non ci ha pensato due volte: destro di prima e portiere fuori dai pali scavalcato. Poi sono arrivate le congratulazioni dei compagni e gli applausi dello stadio. «Un gesto istintivo – è stato il suo commento – Ho notato che il portiere stava spesso alto e allora ci ho provato». Come la copertina di un disco, Brunori e Soleri sono il fronte e retro del gol. È la coppia più prolifica del campionato (hanno realizzato più della metà dei centri del Palermo: 33 su 60) ma, paradossalmente, non giocano uno accanto all’altro. Nelle ultime due gare interne c’è stata un’alternanza e quando Soleri ha giocato dal primo minuto con il bomber, sistemandosi a sinistra o in certe situazioni alle sue spalle, non è riuscito ad andare in rete.
Eppure, a partita in corso, sono stati spesso efficaci insieme. Come nella rimonta a Potenza, in cui Brunori ha servito un assist al suo partner che ha ricambiato indirettamente guadagnandosi il rigore segnato dall’italo-brasiliano. Del resto, dei dieci gol di Soleri, la maggior parte sono avvenuti con Brunori in campo (sei) rispetto a quel in cui lo ha sostituito. Nelle sue reti, però, c’è un “ma”: soltanto una ha effettivamente inciso sui punti guadagnati dal Palermo ed è quella dell’1-1 finale a Messina dopo lo svantaggio. Un’altra ha invece portato al raddoppio (con la Paganese, poi finita 3-0) e quella di Potenza ha accorciato il risultato prima del 2-2. Le altre set te sono arrivate in chiusura, per il punteggio definitivo. Poche, dunque, quelle fondamentali. Un elemento che si aggiunge al fatto di non avere mai segnato giocando dall’inizio. Quest’ultimo aspetto Soleri lo considera soltanto una casualità ma ha provato a spiegarlo: «Nei minuti finali gioco più nel mio ruolo ma spero di sfatare questo tabù la prossima volta che sarò schierato titolare».