L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sull’emergenza Coronavirus in Sicilia.
La vera sfida è resistere in zona gialla fino a Pasqua. A dividere l’Isola dalla zona bianca ci sono due settimane cruciali su cui pesano le incognite della diffusione delle varianti e le battute d’arresto di una campagna vaccinale.
Vito Muggeo, coordinatore del gruppo di ricerca “Covistat-19” del dipartimento di Scienze economiche, aziendali e statistiche, spiega: «Le settimane precedenti hanno visto la Sicilia in una fase di forte recessione della pandemia, con un indice di trasmissibilità Rt fra i più bassi d’Italia, superiore solo alla Sardegna. Ma dall’inizio di questa settimana il numero dei nuovi casi è in crescita: si è passati dai 411 casi di domenica ai 613 di giovedì e ai 578 di venerdì. Al di là dei valori giornalieri, c’è qualche evidenza di un trend di crescita che può indicare una preoccupante ripresa dell’epidemia».
«A preoccupare non è il ceppo originario — spiega Carmelo Iacobello, primario di Malattie infettive al Cannizzaro di Catania — ma le varianti che potrebbero accelerare la diffusione del virus in un momento in cui ancora solo una piccola parte della popolazione è immunizzata. Ciò potrebbe far risalire la pressione sugli ospedali che per ora è scemata. Nel mio reparto ci sono 24 ricoverati su 48 posti letto».