L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sull’avanzare della Pandemia in Sicilia.
Nell’isola il Covid colpisce sempre più i bambini. L’ultimo è un neonato di appena una settimana giunto nottetempo dalla provincia di Agrigento all’ospedale Cervello di Palermo. È ricoverato in Terapia intensiva, anche se non è grave: il sospetto è che si tratti di variante Delta. Nella stanza a fianco c’è un bimbo di due mesi intubato l’ 11 luglio scorso, lo stesso giorno in cui è finita in Rianimazione Ariele, la piccola di 11 anni affetta da una rara malattia metabolica e uccisa dal virus dopo 16 giorni di agonia all’ospedale Di Cristina.
Nemmeno nella fase più acuta della pandemia al Covid hospital di via Trabucco avevano registrato due casi così ravvicinati, anche se i ricoveri dei neonati restano eventi rari. Attualmente i bambini in ospedale nell’Isola sono meno di dieci, a fronte di 289 positivi ricoverati. I contagiati sono molti di più: 58 nella fascia 0-2 anni, 42 tra 3 e 5 anni, 87 tra 6 e 10 anni. Nessuno è in età per il vaccino anti- Covid, autorizzato dai 12 anni in su. Ma in nove casi su dieci i genitori non sono immunizzati. Non lo erano il padre, la madre e le sorelle maggiori di Ariele: « Non siamo no vax, abbiamo perso tempo e il Covid è arrivato prima», ha raccontato la mamma della piccola in un’intervista a Repubblica. Non è vaccinata neanche la madre del bimbo di due mesi intubato al Cervello: voleva aspettare la fine dell’allattamento.