L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla situazione dei contagiati nella morsa di virus e Usca.
Fine quarantena: mai. Sono oltre 127mila i siciliani positivi isolati a casa, ma meno di un terzo riceve la chiamata dalle 153 unità speciali di continuità assistenziale siciliane dove sono impiegati oltre mille camici bianchi. A Palermo sono almeno 16mila i “ fantasmi” in attesa del tampone, a Catania si viaggia sulle stesse cifre. Il tracciamento è in tilt e gli ospedali in difficoltà si riempiono di ricoverati: ieri 83 pazienti Covid in più in corsia. Ne bastano dieci in più in Terapia intensiva per fare scattare la zona arancione già da lunedì.
Sul banco degli imputati, davanti alla commissione Sanità all’Ars, per i ritardi nell’assistenza domiciliare e le riconversioni a danno dei pazienti non- Covid è finito ieri l’assessore alla Salute Ruggero Razza. Un’audizione di un’ora in cui sono arrivate accuse bipartisan da maggioranza e opposizione, che gli hanno chiesto conto dei seimila sanitari impiegati per l’emergenza Covid. « Cosa fanno? Perché ci sono comunicazioni inviate alle Asp che non vengono neppure lette?», è l’affondo del dem Antonello Cracolici. Il “ fuoco amico” arriva dalla presidente della commissione, la forzista Margherita La Rocca Ruvolo, che è anche sindaca di Santa Margherita Belice: «Solo nel mio distretto le Usca non hanno ancora preso in carico 900 positivi». Di fronte alle accuse, l’assessore si è riservato di rispondere nella nuova audizione di oggi.
Ad attendere risposte sono anche 16mila asintomatici della provincia di Palermo prossimi alla conclusione del periodo di quarantena: aspettano una chiamata dalle Usca per eseguire il tampone. Al drive-in della Fiera del Mediterraneo vengono convocate oltre duemila persone al giorno, ma non basta a smaltire l’arretrato. Anche il Covid hotel San Paolo è tornato a riempirsi di positivi che non possono fare l’isolamento a casa: sono 58 su 150 posti. « Le Usca riescono a occuparsi a stento dei sintomatici — dice Luigi Galvano, presidente regionale della Federazione dei medici di medicina generale — per questo abbiamo proposto all’assessore di consentire a chi ha già maturato i tempi per la fine dell’isolamento e non ha sintomi di andare nei drive- in o in farmacia per il tampone con un’autocertificazione, anziché aspettare la convocazione».