L’edizione odierna di “Repubblica” parla di allarme spiagge libere in Sicilia. I Comuni, cui è stato demandato il controllo dei tratti di costa senza stabilimenti privati, – scrive il quotidiano – non hanno le risorse per verificare il distanziamento in riva al mare, e in attesa che la Regione vari il suo piano d’aiuto in tre punti diversi sindaci chiudono autonomamente una porzione delle proprie spiagge per rendere più controllabili le altre. «Lunedì — annuncia l’assessore regionale al Territorio, Toto Cordaro — incontrerò il presidente dell’Anci Sicilia Leoluca Orlando e gli sottoporrò un piano in tre mosse» . L’unica immediatamente realizzabile, è schierare la Protezione civile per la realizzazione della cartellonistica con le istruzioni, mentre per le altre servirà tempo: «Al momento — dice Cordaro, che giovedì ha incontrato in prefettura i sindaci del Palermitano collegati in videoconferenza — stiamo valutando se usare come ausiliari del controllo, dopo una brevissima formazione, i beneficiari del reddito di cittadinanza. Inoltre c’è una legge del 1998, non finanziata dai tempi della lira, che prevede che la Regione contribuisca alla gestione delle spiagge per il 50 per cento. Sto preparando una norma per rifinanziare quel capitolo di bilancio. Non sappiamo ancora quanto servirà, però».