Repubblica: “Serie A, danni fino a 430 milioni, il calcio chiede aiuto al governo. Calciatori contro i club: «No agli allenamenti»”
L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla crisi del calcio italiano ai tempi del Coronavirus. Si chiede aiuto al governo perché la sosta forzata ha prodotto danni. Ciò che serve è una rete di contributi governativi che permetta a chi mette soldi in questo sport di non andare gambe all’aria, visto che il danno si ripercuoterebbe su tutto il movimento sportivo. Le proposte da presentare al governo riguardano: la cessione di una percentuale sulle entrate delle scommesse sportive (che per l’86% riguardano puntate su partite di pallone), defiscalizzazione, un fondo per i lavoratori, clausole di salvaguardia per garantire il conseguimento di obiettivi economici. Anche i giocatori condividono la linea, lo conferma Umberto Calcagno, dg dell’Assocalciatori: «Con la Figc siamo al fianco delle leghe per chiedere al governo provvedimenti speciali». Se la Figc vuol guidare una richiesta collettiva, la Serie A valuta di presentare le proprie richieste autonomamente al ministro Spadafora. Tanti club, su tutti la Lazio di Lotito, stanno cercando di convincere i loro atleti a tornare ad allenarsi. Sul tema hanno preso una posizione rigidissima i medici sportivi e l’Assocalciatori: «Alcune società si ostinano a convocare gli atleti per allenamenti in piccoli gruppi o per il controllo della temperatura. Atto vergognosamente irresponsabile. Se poi è volto ad ottenere il rifiuto dai calciatori per procedere con la decurtazione degli stipendi significa che stiamo raschiando il fondo della dignità».