Repubblica: “Seconda ondata. I timori dei tecnici per giovani e Sud”
Le immagini del weekend hanno fatto storcere il naso al comitato tecnico scientifico, troppa gente fuori, troppi giovani tutti assieme per l’aperitivo. L’edizione odierna di “La Repubblica fa il punto della situazione su una possibile seconda ondata dovuta a questi comportamenti che porterebbe a un nuovo lockdown. Gli esperti del Comitato tecnico scientifico temono che quanto sta accadendo, soprattutto nelle piazze e nelle strade dove si ritrovano i ragazzi, possa far risalire i contagi. Come sono preoccupati per il Sud, che potrebbe anche quello essere teatro di una ripresa delle infezioni, tra spiagge affollate, movida e un eccesso di sicurezza dovuto al fatto che quest’area del Paese è stata abbastanza risparmiata dall’ondata pandemica. Ne stanno parlando da qualche giorno, i tecnici, da quando si sono iniziati a vedere i risultati delle riaperture di lunedì 18 maggio. E hanno manifestato i loro timori anche al governo.
A mettere in apprensione sono soprattutto i comportamenti, perché per ora i dati epidemici non sembrano preoccupanti. Ci vorranno un paio di settimane per capire se questi atteggiamenti, tra mascherine abbassate e assembramenti, abbiano avuto conseguenze dannose, dicono dal Comitato. Prima di giugno, quindi, non si dovrebbero osservare grossi spostamenti verso l’alto della curva. Curva che però dal prossimo mese potrebbe risalire se la movida si rivelerà occasione di nuovi contagi, come successo ad esempio a Seul. Il 3, tra l’altro, sarà un’altra data importante per l’Italia perché dovrebbe arrivare il via libera allo spostamento tra regioni, sempre che appunto non ci siano problemi che costringeranno a bloccarne alcune.Gli esperti sono rimasti scottati dalla decisione del governo di riaprire quasi tutto il lunedì della scorsa settimana, senza andare per gradi come aveva chiesto. Così adesso sono in una fase attendista, aspettano cioè risposte dai numeri, mentre osservano i diffusi comportamenti a rischio. Venerdì scorso, cioè durante l’ultima riunione del Cts, più d’uno si è detto preoccupato per le tante persone all’esterno dei locali, a sorseggiare drink e chiacchierare. «Vediamo quello che succede ai dati ,se qualcosa va storto si richiude». Se ci sarà una ripresa dell’epidemia stavolta non si proporrà al governo un nuovo lockdown di tutto il Paese, bensì chiusure differenziate nelle aree più colpite. Del resto, finalmente iniziano ad arrivare i dati regionali necessari al monitoraggio della Fase 2 attraverso 21 indicatori che che servono anche a far scattare campanelli d’allarme nei territori.