L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul flop di Corona ad “Avanti Popolo”.
Un noioso e borioso pluripregiudicato si è preso un’ora di trasmissione Rai, quasi senza contraddittorio, tra applausi in sala e deboli silenzi della conduttrice. L’ospitata a pagamento di Fabrizio Corona sulla terza rete, nel programma Avanti popolo presentato da Nunzia De Girolamo, era stata annunciata come una nuova pagina di cronaca sulla vicenda delle scommesse dei giovani calciatori, e invece si è rivelata non solo un flop in termini di ascolti (meno di 800 mila spettatori, 4,3% di share), ma anche un lungo e imbarazzante momento di servizio pubblico. Qualcosa di molto triste, nella forma e nella sostanza. Terminata la pena lo scorso 23 settembre per avere ricattato David Trezeguet usando fotografie compromettenti, solo l’ultimo episodio di una storia giudiziaria che è costata a Corona una quindicina d’anni di condanne, il “re dei paparazzi” è salito in cattedra pontificando su svariate questioni. Senza vergogna, ha detto «ti devi vergognare» a Spalletti ed «è vergognoso quello che ha fatto Mancini». Ha dileggiato la stessa Rai che lo stava ospitando, e pagando («Quello che fa Report in quattro mesi, io lo faccio in tre giorni»), ha contestato la messa alla prova stabilita per Fagioli.
Ma, soprattutto, ha portato a De Girolamo video anonimi dove personaggi non meglio identificati raccontano, con voce distorta, le loro verità sulla ludopatia di Fagioli e Zaniolo, salvo poi lamentarsi, lo stesso Corona, per una presunta censura (questo, però, il giorno dopo). Il viso di Nicolò Fagioli, che avrà pure sbagliato ma non risulta avere ucciso nessuno, è stato mostrato per lunghissimi momenti, e la storia di ragazzo fragile e solo è stata esposta in lungo e in largo: in questi casi, la controparte manca sempre e nessuno può difendersi, è la regola. Confuso nell’esposizione e piuttosto scosso, a proposito delle minacce ultrà, Corona ha detto: «Nella mia follia totale preferisco morire così, almeno divento un mito, un personaggio storico, e i diritti li lascio ai parenti».
Ancora: «Ho fatto più soldi dei calciatori, guido una linea editoriale, ho il dono della notizia, me l’ha dato mio padre ho un milione e 400 mila follower, sono l’emblema del successo». Dimostrando che non solo i giovani atleti ludopatici hanno bisogno di un sostegno dello psicologo, ma pure lui. Il tutto con intermezzi nei quali ha trovato modo di dire «sei diventata bellissima» alla conduttrice, che peraltro ha abbozzato. E lo ha più volte ringraziato mentre il pubblico non faceva mancare apprezzamenti, come quando Corona ha proposto una specie di riforma della giustizia. Gli spettatori che martedì non hanno visto il programma, cioè la stragrande maggioranza, ma che in parte lo hanno reso possibile con i soldi del loro canone, sappiano che un ricattatore può ormai avere pari dignità, nei canali Rai, rispetto a qualunque altro invitato. Sappiano, inoltre, che non si sono persi niente, perché la trasmissione non ha aggiunto elementi di cronaca. E che non faceva solo tristezza, ma pure dormire.