Repubblica: “Scandalo D’Onofrio, interviene la Figc: la giustizia degli arbitri commissariata. Convocato d’urgenza il consiglio federale”
L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma ancora una volta sulla vicenda che riguarda Rosario D’Onofrio e l’Aia.
Ecco un estratto:
“Le scorribande da narcos non sono costate solo l’arresto a Rosario D’Onofrio. Ma rischiano di travolgere come uno tsunami l’intera struttura dell’Aia, l’Associazione italiana arbitri, che lo scelse un anno e mezzo fa come Procuratore arbitrale. Possibile che il pm degli arbitri lavorasse, nell’inconsapevolezza collettiva, dai domiciliari, dove scontava una pena di 2 anni e otto mesi? La Federcalcio, a cui l’Aia fa capo, ha deciso che un caso simile non deve ripetersi. Che a dover cambiare, prima di tutto, è il sistema. E domani in un Consiglio federale convocato d’urgenza il presidente della Federcalcio Gravina darà forma a questo intento con una proposta destinata a diventare norma: la Figc cancellerà la figura del procuratore degli arbitri e avocherà a sé tutti gli organi di giustizia, anche quelli per i direttori di gara.
Ma il caso rischia di travolgere anche Alfredo Trentalange, il presidente dell’Aia, l’uomo che ha scelto D’Onofrio per l’incarico di procuratore arbitrale e di cui ieri tanti — anche nel suo mondo — chiedevano le dimissioni. Lui le ha rigettate muscolarmente. Ma ora dovrà produrre in Federcalcio le carte che spieghino come sia arrivato alla scelta di un personaggio simile senza prendere informazioni, senza sapere (possibile?) che era stato espulso dall’esercito per aver prodotto certificati medici falsi o che nel 2007 quando era guardalinee aveva colpito con un pugno un dirigente sportivo. Il calcio non ha (ancora) intenzione di commissariare l’Associazione arbitri, né di imporre un passo indietro a Trentalange. Ma adesso vuole andare in fondo alla vicenda: il procuratore della Figc, Giuseppe Chinè, chiederà alla Dda le carte dell’inchiesta su D’Onofrio e ascolterà l’ex arbitro Giacomelli, che ieri a Repubblica ha indicato in d’Onofrio l’uomo che ha deciso la sua dismissione”.