L’edizione odierna de “La Repubblica” riporta le dichiarazioni del pentito Santino Di Matteo: «Come fa lo Stato a non rendersi conto? Nei mesi scorsi, proprio un gruppo di anziani boss scarcerati ha provato a riorganizzare la commissione provinciale di Cosa nostra. I mafiosi di una certa età sono più pericolosi perché rappresentano un punto di riferimento per i giovani uomini d’onore. E non saranno certo gli arresti domiciliari a fermare un nuovo riassetto dei clan, gli ultimi che hanno lasciato le celle conservano ancora tanti segreti. Lo Stato sa benissimo che i mafiosi non dovrebbero proprio andare ai domiciliari, perché poi trovano sempre il modo di comunicare con i complici. Ci riescono quando sono in carcere, figurarsi quando sono a casa. E se dovesse accadere qualcosa, nessuno si meravigli. La verità è che stiamo rischiando di vanificare le tante cose importante fatte nella lotta alla mafia».