L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul Catania e sulle parole di Ross Pelligra.
Ad aprile Catania era rimasta orfana della sua squadra di calcio, poi a giugno è arrivato il gruppo Pelligra, l’iscrizione al campionato di Serie D e per ogni partita in casa la media di 12-15 mila tifosi allo stadio. Oltre al primato in classifica, la riposta della città è già un buon risultato? «Da piccolo guardavo le partite del Catania in tv con il nonno in Australia, quando ho letto quello che era successo alla squadra ho pensato che era necessaria una rinascita e una nuova visione del calcio in Europa e nel mondo. Insieme a Vincenzo Grella e Giovanni Caniglia (amministratoredelegato e consigliere di amministrazione del Catania Ssd ), ci siamo impegnati per raggiungere degli obiettivi che riguardano il calcio e l’intera comunità». Sono sempre di più gli investitori stranieri che nel calcio italiano stanno creando il loro business. Nel caso del Catania è stata una scelta dettata solo da un legame di sangue?
«Il legame di sangue è importante perché oggi mi sento già un vero siciliano e un vero catanese. Questa ovviamente è una delle ragioni per cui ho deciso di investire nel Calcio Catania, ma sono state anche le potenzialità di questo territorio a spingermi a farlo. Il nostro obiettivo è riportare in tempi brevi la squadra in Serie A, ma al tempo stesso contribuire alla rinascita della città. Penso in particolare ai bambini e ai giovani, creeremo un’accademia per generare nuovi campioni. È più facile acquistare all’estero e portare i giocatori in Italia, noi invece vogliamo che crescano e si affermino qui coinvolgendo e rendendo le famiglie partecipi di questo processo. Solo se dai ai giovani la possibilità di giocare loro possono dimostrare di essere dei potenziali campioni. Non sarà facile e ci vorrà del tempo». Come ha trovato la città di
Catania? Nei programmi futuri del vostro gruppo c’è la volontà di aprirsi al tessuto economico della città o pensate solo al mondo del calcio? «Da giugno ogni due settimane viaggio per Catania. In questi mesi ho notato che l’intera città ha bisogno di essere rigenerata. C’è una potenzialità unica in questo territorio che abbraccia diversi settori che vanno sostenuti. È positivo che a breve ci saranno le elezioni per il nuovo sindaco di Catania, io voglio fare tanto per la città e contribuire a dare un volto nuovo, ma ho bisogno dell’appoggio del territorio perché non potrò fare tutto da solo. Dobbiamo impegnarci per non fare andare più via i nostri figli. Sono tanti i giovani che si trasferiscono a Roma o a Milano, Catania potrebbe essere economicamente come queste grandi città. Penso a settori chiave come quello dell’agricoltura, alle nostre università, alle energie rinnovabili. In Sicilia abbiamo il vantaggio di poter utilizzare l’energia solare in gran parte dell’anno, questo basterebbe a renderci competitivi con la Cina. Dobbiamo provare ad essere autosufficienti».