L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sull’arrivo in rosanero di Valencia.
Si attendono gol a ritmo di “cueca” dal nuovo calciatore del Palermo che proviene dalla terra di Neruda: 12.124 km per vivere un sogno ed esplodere definitivamente nel calcio che conta. “El pollo” Diego Valencia è pronto a far parte del gruppo rosanero guidato da Corini e a mettersi alle spalle il periodo buio passato alla Salernitana, complice una stagione poco entusiasmante per tutto il gruppo.
Doveva essere il “crack” della Serie A, invece il 23enne di Viña del Mar ha ottenuto solamente dodici presenze, tutte da subentrato. Appena 219 minuti, nessuna rete e nessun assist, complici alcuni problemi fisici. Un investimento da 2.5 milioni a cui il diesse De Sanctis ha deciso di rinunciare per liberare un posto da extracomunitario per il prossimo campionato. E il Palermo ha colto l’occasione accettando la scommessa e tesserando il terzo giocatore cileno della sua storia dopo Labrin e Pinilla.
Attaccante veloce e atipico perché in grado di svariare su tutto il fronte offensivo, Valencia ha cominciato la sua carriera da trequartista per poi spostarsi più avanti e sulle fasce. Legato visceralmente al pallone, che calcia da quando ha cominciato a camminare con la maglia fin sotto le ginocchia, inizia la sua avventura all’Accademia La Serena ad appena 9 anni. A 16 si trasferisce a Santiago, all’Universidad Católica, club di cui è eterno tifoso e che lascerà solo nel 2022 per il salto di qualità in Italia. «La verità è che è stato difficile prendere la decisione di venire a Católica a soli 16 anni – avrebbe poi confessato ai media cileni – e vivere da solo a Santiago, ma sono molto grato per il coraggio dei miei genitori e di mia sorella, ogni giorno erano con me e mi sostenevano»