“Se un discorso del genere lo avessimo fatto a inizio stagione, sarebbe sembrato un discorso strampalato. Una chiacchiera da bar, magari dopo un bicchiere di troppo. E invece Ilija Nestorovski ha stupito e sconfessato tutti e oggi non si può non dire per fortuna che c’è Nestorovski. Sì, perché se non ci fosse il macedone con i suoi sei gol all’attivo probabilmente il Palermo sarebbe in una posizione di classifica ancora più asfittica di quella che la squadra ha oggi. Il Palermo ha, a pari merito con il Pescara, il secondo peggiore attacco del campionato di serie A. Ancora più sterile di rosanero e abruzzesi solo l’Empoli che però domenica scorsa ne ha rifilati quattro proprio al Pescara. Ma la cosa più inquietante, guardando i numeri del Palermo, è che dei nove gol messi a segno, sei sono stati realizzati da Nestorovski. Gli altri tre da Chochev, Rispoli e Quaison. Negli ultimi due casi con l’evidente deviazione dei difensori avversari. E allora, se da un lato si può essere contenti per il fatto che la scommessa Nestorovski è stata vinta tra lo scetticismo di tutti, dall’altra non si può certo stare allegri se in una squadra che già segna così poco non ci sono valide alternative alle reti del macedone. Il calcio di De Zerbi, che prevede possesso palla e verticalizzazioni, prevede anche gli inserimenti dei centrocampisti e degli esterni. Bene, lasciando perdere la rete di Rispoli arrivata contro l’Inter durante la gestione Ballardini, il gol di Chochev contro il Torino è frutto di un colpo di testa su palla inattiva mentre quello di Quaison alla Roma nasce da un tiro da fuori senza nessuna pretesa che avrebbe avuto un esito diverso se non ci fosse stata la decisiva deviazione del difensore avversario. Tutto questo per dire che al Palermo mancano i gol di Diamanti, di Hiljemark, di Balogh, dello stesso Quaison. Mancano anche i gol di Trajkovski che, dopo la lunga sosta ai box per l’infortunio, sembra adesso vicino al rientro“. Questo quanto si legge nell’edizione odierna de “La Repubblica”.