L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla cessione della Roma, che da ogni inizierà una nuova vita segnata dal nome di Dan Friedkin, il magnate texano che da ieri è pronto a diventare il nuovo proprietario. Ad affiancarlo però ci sarà un rappresentante del nuovo proprietario, che a delegare è disposto fino a un certo punto: il figlio Ryan sta già studiando da “presidente”, o almeno da manager sportivo. Vivrà a Roma, sanando l’arcaico vizio che i tifosi rimproveravano a Pallotta: la distanza, fisica – manca da Roma da un anno e mezzo – ma non solo. Pallotta ha ceduto dopo un pressing durato due mesi, e che a cavallo del Natale ha subito un’accelerazione significativa. Nel primo pomeriggio di ieri, dopo 48 ore di telefonate bollenti tra gli States e Londra, dove Jp Morgan seguiva la vicenda per conto dell’acquirente, è arrivata la fumata bianca. Che nessuna delle parti in causa ha smentito, anzi: si lavora anche all’idea di un comunicato condiviso, per annunciare l’accordo in attesa di ulteriori passi ufficiali, oggi prima o dopo l’apertura dei mercati. “Mi sono fatto vecchio”, ha detto Pallotta ai suoi fedelissimi, spiegando l’addio parziale (terrà almeno il 3%) a quella Roma presa in una sorta di asta prefallimentare da Unicredit e portata fino alla semifinale di Champions: era un investimento che però rischiava di aver tempi lunghi per portare ricavi significativi e così di fronte all’offerta di Friedkin ha scelto di capitalizzare: 550 milioni più i 275 milioni di debiti del club giallorosso più 130 milioni di aumento di capitale. In tutto fanno 955 milioni, la valutazione più alta della storia del calcio italiano. A vincere il braccio di ferro, una sorta di ultimatum, dell’acquirente: o si chiude entro Capodanno o non se ne fa nulla. Difficile dire se Friedkin acquisterà il 100% o solo una quota di maggioranza di Neep, la società americana con cui Pallotta e soci controllavano la Roma e parte delle società coinvolte nella realizzazione del futuro stadio di Tor di Valle. Certo si lavora sul controllo, per aver margine per operare anche con investimenti. I tifosi salutano l’odiato Pallotta e si racconta che abbia già chiesto al fedelissimo Franco Baldini, ex dg della Roma e consigliere ombra del club, di trovargli un club inglese, magari di Serie B, da rilevare. In futuro, chissà, la Roma potrebbe ritrovarla: magari da avversario.