L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla rivoluzione tecnologica nel calcio italiano, il cui promotore è Adriano Bacconi, ex collaboratore di Bruno Tedino sulla panchina del Palermo. A partire dalla prima giornata del girone di ritorno, il 19 gennaio, la Lega Serie A farà trovare in panchina agli allenatori un tablet con il software “Virtual Coach”. Niente paura. Non vuole prendere il loro posto, ma aiutarli a lavorare meglio. E in futuro, con la connettività a 5G, far godere ai tifosi la visione di una partita diversa, arricchita dall’intelligenza artificiale. Dietro c’è un tecnico innamorato dell’idea che il calcio si possa spiegare con i numeri: Adriano Bacconi. I primi dati che arrivano sono il possesso palla e i chilometri percorsi dai giocatori. Quaranta frame al secondo. Sono la benzina del Virtual Coach che ha due motori: da una parte i modelli matematici per riconoscere automaticamente alcuni gesti tecnici o schemi di gioco; dall’altra algoritmi di machine learning che leggono la pericolosità di un’azione. Sul primo aspetto è entrato in gioco Bacconi: «Il possesso palla e i chilometri percorsi sono nulla rispetto alla direzione e alla velocità di corsa, utili a capire la pressione esercitata sul portatore di palla, le opzioni di passaggio e quella da scegliere: la più comoda o la più rischiosa? È come entrare nella testa di ogni giocatore». Il Virtual Coach non dà i dati: li analizza e li trasforma in un’indicazione precisa.