“Una valutazione più alta anche di quella presentata a sua difesa dal Palermo e commissionata alla società Wallabies per confutare le tesi della consulenza della procura sul valore del parco giocatori che per i pm si aggirava intorno ai 19 milioni di euro. È questa la discrepanza più grossa che salta agli occhi nelle 263 pagine che racchiudono il lavoro dei tre periti super partes nominati dal tribunale fallimentare di Palermo per stabilire chi ha ragione fra procura e club di viale del Fante sull’ipotesi di fallimento. Per la consulenza tecnica d’ufficio redatta da Daniele Santoro, Saverio Mancinelli e Angelo Paletta la squadra di calcio rosanero vale 58.395.533 euro, un valore medio compreso fra una stima per eccesso e una per difetto che tiene conto dell’oscillazione che potrebbe avere il costo di ciascun giocatore tenendo presente fra i vari indici rendimento, situazioni di mercato e stipendio. Il valore massimo che potrebbe raggiungere il parco giocatori secondo le stime dei periti super partes è di 96.337.367, quello minimo è di 27.357.860 euro. La vittoria più grande per il Palermo, però, è che per i consulenti della sezione fallimentare del tribunale la stima di parte presentata dal club e realizzata da Wallabies, 42.304.710 di euro, è da considerare attendibile. Il giocatore che vale di più è Andrea Rispoli con un valore medio di 8.322.592, quello che vale di meno è Trajkovski con 119.306 euro. Con buona pace dei tifosi rosanero il capitano Nestorovski è sì fra i primi della lista in ordine di valore con 7.232.162 euro, ma valgono più di lui Aleesami ( 7.307.756 euro) e Chochev (7.879.279 euro). Fra gli altri spiccano le valutazioni del brasiliano Coronado il cui valore è di 3.621.838 euro e il palermitano La Gumina il cui cartellino verrebbe 2.747.184 euro. Oltre alla rivalutazione dei giocatori l’altro tassello fondamentale che allontanerebbe lo spettro del crac è la quantificazione dei debiti della società. Anche in questo caso la differenza fra le due perizie è enorme. Da un lato i 63 milioni di euro stimati da Alessandro Colaci, dall’altro i 18.833.437 calcolati dai tre consulenti del tribunale. Una riduzione del debito avvenuta soprattutto negli ultimi mesi sotto la gestione del presidente Giovanni Giammarva che ha voluto, in accordo con il proprietario del club Maurizio Zamparini, chiudere la partita con il fisco e incassare la prima tranche della vendita del marchio. «L’indagine della procura — spiega Giammarva — ci ha spinto a varare un nuovo corso nella gestione della società, improntato alla trasparenza. Appena questa vicenda si concluderà insidieremo un comitato etico con professionisti di altissimo profilo che supervisionerà tutte le attività finanziarie e commerciali del club»”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Repubblica”.