Repubblica: “Ripartono le qualificazioni al mondiale. Messi, Ronaldo e altri big rischiano di restare fuori”
L’edizione odierna de “La Repubblica” analizza i prossimi campionati mondiali di calcio, partendo da Russia 2018 e dalle possibili situazioni che potranno nascere: “Godiamoci l’incertezza. Fra qualche anno (nel 2026) i campionati del mondo di calcio se li giocheranno quarantotto squadre ammucchiate, le quali rappresenteranno il frutto agonistico di qualificazioni sempre meno qualificate e sempre più ossessionate dall’audience: difficile che a quell’epoca una grande possa mancare un grande appuntamento. Ecco perché c’è qualcosa di antico in quest’ansia, in noi che ci preoccupiamo di capire perché in Russia, fra meno di nove mesi, potrebbero non figurare nazionali blasonate, incappate magari in una sequenza assurda di giornate no oppure intrappolate in un ricambio generazionale o magari precipitate senza un motivo apparente in un’improvvisa mediocrità o infine private di mordente da qualche altra diavoleria socio-politico-sportiva. A poche ore dai prossimi verdetti, le cose stanno esattamente così. Ci sono più punti interrogativi che talenti in circolazione. Cinque ex finaliste potrebbero non farcela: cechi, ungheresi, svedesi, olandesi e argentini, questi ultimi invischiati nelle rocambolesche capriole tecniche, nei cambi di gestione e nei tira e molla di Messi (più mediatici), al quale si continua ad addossare la colpa di non essere mai stato, per la nazionale, Maradona. Lo stesso Cile brancola in quell’area di classifica che a due giornate dalla fine non può garantire sicurezze. Per quanto riguarda l’Europa c’è soltanto da mettersi d’accordo da dove fra scattare le lamentazioni. Diciamo dalla Francia, che è un bel paradosso. Una nazionale che ha “due nazionali” possibili, che può permettersi di tenere contemporaneamente in panchina Lacazette, Lemar, Giroud, Mendy e Fekir, ignorando Dembelé, e che gioca pure bene, potrebbe in teoria andare ai playoff. E mentre solo un capolavoro della buona sorte può restituirci l’Olanda, è ancora un’ipotesi il Portogallo ai playoff. Cosicché in una visione grottesca del pallone, si potrebbe persino configurare un mondiale senza Messi e Ronaldo. Nel girone del Portogallo è già spenta l’Ungheria, così come da un’altra parte è tramontata la Repubblica Ceca, surclassata dalla sorella Slovacchia e mai così in crisi di identità dai tempi della finale europea contro la Germania di Bierhoff. Conclusa anche la favola dell’Austria di Alaba, restituita alla sua marginalità dopo due anni rampanti. In Africa, con il Camerun dei leoni sdentati fuori corsa, il leggendario Ghana è aggrappato con le unghie alla speranza di vincere in Uganda. Detta così sembrerebbe facile. Ma non è.