L’edizione odierna de “La Repubblica” riporta le dichiarazioni di Leandro Rinaudo, direttore tecnico del settore giovanile del Palermo: «Aspettiamo che arrivino certezze dal consiglio federale per la prima squadra così poi a cascata tutta la macchina organizzativa si metterà in moto. Anche se non abbiamo mai smesso di lavorare». E, soprattutto, Rinaudo non smetterà di farlo per il Palermo, visto che con l’approdo fra i professionisti per lui scatterà un contratto pluriennale che garantirà continuità al progetto di rinascita della cantera rosanero. «Avremo una categoria in più rispetto alle cinque della stagione scorsa e ci misureremo con competizioni nazionali fra Giovanissimi, Allievi e Berretti. Faremo le due categorie Esordienti con un gruppo del 2009 e uno del 2008; uno Giovanissimi sperimentali con i 2007 e uno nazionale con i 2006; uno di Allievi nazionali che metterà insieme 2004 e 2005. E la Berretti che sarà formata da 2002 e 2003. Ci siamo portati avanti l’anno scorso facendo gruppi sotto età e nonostante questo abbiamo piazzato tutte le formazioni ai vertici delle rispettive classifiche. I gruppi stavano crescendo anche dal punto di vista tecnico, non solo centrando i risultati, peccato che siamo stati costretti a fermarci. Bilancio positivo? Lo è e non era facile. Partivamo da zero. I migliori ragazzi sono andati al Parma, all’Empoli, alla Sampdoria, si sono dispersi quasi tutti e a chi è rimasto abbiamo espresso la nostra gratitudine per avere creduto nel progetto. Abbiamo fatto delle selezioni guardando più di 1.500 ragazzi. Rosario Argento dal punto di vista organizzativo e io dal punto di vista tecnico abbiamo fatto un lavoro che non era semplice: formare le rose, mettere insieme allenatori e staff tecnici, fisioterapisti, staff medici e siamo riusciti a formare gruppi che hanno dato soddisfazioni come la vittoria del Trofeo Costa Gaia con i 2008, un torneo molto prestigioso che ci ha visto primeggiare per la prima volta. Ragazzi utili alla causa rosanero? Lavoriamo per questo. Sono stato scelto da Sagramola e Mirri per portare quanti più ragazzi possibile in prima squadra. Non è semplice ottenere risultati subito, serve una programmazione che richiede tempo. Si lavora su comportamenti etici per fare in modo che chi entra nel mondo Palermo abbia la mentalità giusta, sappia perseguire i risultati con sacrificio, rispetto per la maglia e per le persone. E si lavora anche sulla progettazione tecnica con un confronto settimanale con gli allenatori per migliorare aspetti che possono fare la differenza. Ci sono già ragazzi interessanti, ma devono avere continuità nel corso degli anni. La società con il fallimento ha perso tutto il lavoro degli anni passati. Spero di essere pronto già per il prossimo anno per fornire ragazzi alla prima squadra così come è accaduto quest’anno con Salvatore Florio e Christian Cangemi andati in panchina nel derby con il Messina. Esserci riusciti già al primo anno di lavoro per noi è già motivo di orgoglio. Per avere un settore giovanile organizzato e strutturato però servono anni. Ci sono dirigenti come Sagramola e Castagnini che hanno esperienza e spalle larghe per affrontare certe dinamiche e garantire che tutti possano svolgere il proprio lavoro nelle migliori condizioni possibili. È giusto che io mi occupi del lavoro che mi hanno assegnato: quello che conta è che ho la serenità per lavorare al meglio che deriva dal fatto che qui ci sono uomini che lavorano con onestà e professionalità»