Repubblica: “Ricorso bocciato ma il Palermo non si arrende: “Ora l’appello”. Ecco perchè”
“Il Palermo incassa il colpo del rigetto del reclamo in cui chiedeva lo 0-3 a tavolino e rilancia. Non è affatto finita per la società di viale del Fante, dopo la decisione del giudice sportivo di ieri pomeriggio, la finale di ritorno di Frosinone. « Abbiamo depositato preannuncio di reclamo alla corte sportiva di appello – dice il presidente del Palermo Giovanni Giammarva – ci riserviamo per il momento di rivelare i motivi dell’impugnazione che saranno formalizzati nelle prossime ore. La società si riserva di esercitare ogni azione a tutela dei propri diritti in tutte le opportune sedi, eventualmente anche penali». A tre giorni dalla partita, ieri il giudice sportivo Emilio Battaglia oltre al rigetto del reclamo ha sanzionato il Frosinone con un’ammenda da 25 mila euro e due partite a porte chiuse. Decisione che ieri pomeriggio ha subito scatenato una protesta di tifosi rosanero allo stadio. Sono le motivazioni che hanno spinto il Palermo a proseguire sulla strada del reclamo alla corte d’appello visto che il giudice sportivo scrive di un lancio reiterato di oggetti che hanno colpito l’arbitro addizionale più volte; dell’interruzione del gioco per due volte « nell’evidente tentativo di interrompere le azioni offensive della squadra avversaria costringendo l’arbitro a sospendere la gara » ; dell’invasione con insulti gravi agli arbitri e l’ingresso negli spogliatoi da parte dei tifosi a causa del mancato presidio da parte degli steward. Ma soprattutto per avere riconosciuto nel dispositivo la responsabilità oggettiva del Frosinone sul comportamento violento ed ingiurioso dei propri sostenitori e del comportamento sleale e antisportivo commesso dai raccattapalle. A proposito del lancio dei palloni in campo, a pagare è il centrocampista Raffaele Maiello che per avere assunto una «condotta sleale e antisportiva – scrive il giudice sportivo – con l’evidente scopo di interrompere lo svolgimento del giuoco, nonché per avere tenuto una condotta intimidatoria nei confronti sia di un calciatore della squadra avversaria, sia nei confronti dei rappresentanti della procura federale rifiutando di farsi identificare» dovrà versare un’ammenda di 10 mila euro. Paga anche il Palermo con due turni di squalifica a Dawidowicz, espulso dalla panchina, e l’inibizione di oltre due mesi al direttore sportivo Valoti, squalificato fino al 31 agosto. I firmatari del primo reclamo del Palermo, gli avvocati Francesco Pantaleone, Gaetano Terracchio e Francesca Trinchera seguiranno anche il reclamo alla corte sportiva di appello che dovrebbe pronunciarsi nel giro di una decina di giorni al massimo. Se anche questa strada non dovesse portare agli esiti sperati dal club, il Palermo avrà anche la possibilità dell’arbitrato al Coni, terzo e ultimo grado di giudizio del nuovo ordinamento della giustizia italiana. L’unico aspetto che ormai sembra destinato a non rimanere più in partita è quello del mancato fischio finale. L’arbitro La Penna ha riferito al giudice sportivo di avere dato il triplice fischio. Una circostanza confermata anche dal presidente degli arbitri Marcello Nicchi. « Prendo atto del risultato del campo – dice – è solo il campo a stabilire il verdetto di una partita. La partita per quello che ci riguarda si è giocata in modo regolare. Tutto il resto non è materia del presidente arbitrale, ma ci sono organi preposti»”. Questo è quanto si legge sull’edizione odierna de “La Repubblica”.