Repubblica: “Retrocessioni e flop, l’annus horribilis del calcio siciliano. Dieci anni fa tre squadre dell’isola in A, oggi nessuna la B del Palermo, il crollo del Trapani, i guai del Catania”
“Chissà forse l’inizio della fine si può datare maggio 2007. Esattamente dieci anni fa infatti retrocedeva in serie B il Messina e delle tre sorelle siciliane nel massimo campionato di calcio rimanevano solo Palermo e Catania. Dieci anni dopo, con la retrocessione dei rosanero, si completa un anno terribile dal punto di vista sportivo per le squadre dell’isola. Bisogna andare a ritroso fino alla serie D per trovare una siciliana che sorride: la Sicula Leonzio, infatti, è l’unica formazione siciliana nei campionati professionistici, o semi professionistici, che può festeggiare la promozione: l’anno prossimo giocherà in Lega Pro. Il Palermo ha sbagliato tutto quello che c’era da sbagliare. Dopo la salvezza miracolosa dell’anno scorso ha ripetuto gli stessi errori in fase di costruzione della squadra, levando dall’organico esperienza e inserendo scommesse. Agli avvertimenti lanciati a inizio stagione dal primo allenatore di turno in campionato, Davide Ballardini, più che rimedi sono seguiti esoneri e dimissioni e non solo dei tecnici, ma anche dei direttori sportivi. La società, che dovrebbe cambiare proprietario, fino ad ora naviga a vista e non si può certamente dire che abbia iniziato la programmazione per una pronta risalita in A. In serie B il Trapani nel giro di un anno è passato dalle stelle alle stalle. Dalla finale play-off che poteva aprire le porte del massimo campionato a una stagione deludente che solamente per gli investimenti della proprietà non si è conclusa a gennaio con la retrocessione in Lega Pro. Esattamente un girone fa, a metà campionato, infatti, la situazione sembrava praticamente compromessa con la squadra ultima a sette punti di ritardo dalla penultima. C’era già stato il cambio in panchina fra Cosmi e Calori, ma bisognava iniziare a raccogliere i frutti. E se i granata sono arrivati a sperare fino all’ultimo di rimanere in B lo si deve grazie a una rimonta che comunque fosse finito ieri sera il campionato resterà ugualmente da ricordare. Il campionato delle siciliane, che dieci anni fa era la serie A, è diventato quello di Lega Pro. Ma anche in terza serie le delusioni non sono mancate. L’unica che è ancora in corsa per il suo obiettivo è l’Akragas che sta preparando la doppia finale dei play-out contro il Melfi, andata in trasferta domenica, ritorno ad Agrigento il 28 maggio. Per il resto sono più i dolori che le gioie, anche se nonostante la delusione per l’eliminazione ai play-off al primo turno contro la Casertana, il Siracusa ha chiuso il suo ritorno in terza serie in modo onorevole. Le delusioni più grandi arrivano, invece, dalle ex compagne di viaggio del Palermo in A. Il Messina guardando quello che ha passato in questa stagione si può consolare con la salvezza, ma nel corso della stagione ha conosciuto penalizzazioni per stipendi non pagati, momenti di crisi gravissimi con i calciatori guidati dall’allenatore sindacalista Cristiano Lucarelli a manifestare per strada e una lista di creditori infinita che continua a bussare alle porte della società che Franco Proto (sempre lui, ex ad del Catania nel 1987, patron dell’Atletico Leonzio nel 1988, autore del travaso alla Zamparini da Lentini a Catania nel 1992 con la nascita dell’Atletico Catania) ha preso dalla gestione Stracuzzi- Gugliotta. E a proposito di Catania, l’aggancio al treno play-off non per meriti di classifica, ma solo per effetto della finale di Coppa Italia di C conquistata dal Matera, è stato vanificato dal pari con eliminazione a Castellammare di Stabia. La stagione partita come quella del rilancio per tornare in B, sia pure con il fardello della penalizzazione che si è aggravata via via fino a 7 punti, si è scontrata con la realtà di progetti tecnici sbagliati, da Rigoli a Petrone, fino alla gestione di Giovanni Pulvirenti. Niente è andato come Lo Monaco sperava. E ai tifosi siciliani non resta che piangere”. Questo quanto riportato da “La Repubblica”.