“Il Palermo incassa anche il rigetto del reclamo sull’omologazione della partita di Frosinone davanti alla corte sportiva d’appello, ma non pensa affatto di arrendersi. La società di viale del Fante ricorrerà davanti al collegio di garanzia del Coni per provare a fare valere le sue ragioni. Il Palermo ha provato a fare passare l’idea che i fatti dello “ Stirpe”, dal lancio dei palloni in campo all’invasione da parte dei tifosi, facessero parte di un disegno per alterare il risultato, mentre il giudice sportivo in prima istanza aveva preso le sue decisioni solamente sui singoli episodi capitati durante la partita sanzionando i Frosinone con 25 mila euro di multa e due turni a porte chiuse. Il collegio presieduto da Piero Sandulli non ha ritenuto valide le motivazioni del Palermo e ha deciso di respingere il ricorso. Nel caso in cui anche il terzo grado di giustizia sportiva dovesse respingere le istanze del Palermo, il presidente Giovanni Giammarva è deciso a proseguire davanti al Tribunale arbitrale dello sport di Losanna, prima di tentare anche la strada della giustizia ordinaria. Sul fronte dell’ennesimo atto della battaglia fra procura di Palermo e società rosanero, invece, ieri è arrivata la replica ufficiale del club. Giammarva, in una nota, chiarisce che tutti gli adempimenti per l’iscrizione al prossimo campionato sono già stati formalizzati. E che sono già stati pagati tutti gli stipendi nonostante l’allarme lanciato dal patron Zamparini sul rischio che il sequestro da 1,1 milioni di euro dai conti del Palermo avrebbe potuto avere sul pagamento degli stipendi ai giocatori. « Dopo il primo rigetto della richiesta delle misure cautelari nei confronti di Zamparini – scrive Giammarva – la procura ha ripresentato richiesta delle medesime misure cautelari e quella di sequestro preventivo per oltre 50 milioni di euro, nonché l’applicazione di misure interdittive nei miei confronti per la gestione della società, con conseguente rischio di commissariamento del Palermo. Il gip ha rigettato l’impostazione accusatoria secondo cui il mio ruolo sarebbe stato puramente formale, evidenziando che nonostante “ l’esuberanza caratteriale” del patron del Palermo, ho gestito la società con pienezza di poteri». A proposito della somma bloccata sui conti del club, il presidente sottolinea che il club ha ugualmente fatto fronte a tutte le scadenze. «Il sequestro da 1,1 milioni di euro – fa notare Giammarva – è a garanzia del pagamento della rateizzazione delle imposte e delle eventuali sanzioni in caso di mancato rispetto delle rate, ad oggi tutte pagate. Il sequestro, avvenuto il giorno in cui sono stati pagati gli stipendi e l’iscrizione al campionato, che scadeva fatalmente proprio il 26 giugno, è riuscito solo a confermare che la società non è in stato di insolvenza. Se le richieste della procura fossero state accolte avrebbero comportato la scomparsa della squadra dai campionati nazionali, squadra che oggi, invece, è iscritta in B e che continua a lottare su tutti i fronti per raggiungere la A, dove credo meriti di stare»”. Questo quanto riportato dall’edizione odierna de “La Repubblica”.