L’edizione odierna de “La Repubblica” analizza quella che è l’ordinanza firmata da Musumeci nella giornata di ieri. Ordinanza che arriva proprio mentre gli aerei del pomeriggio provenienti dalla Spagna e da Malta sono ancora in volo. Atterrati a Catania molti tirano un sospiro di sollievo. “Siamo liberi, meno male. Sarebbero bastate 48 ore in più e addio vacanze”, è la reazione quando leggono che l’obbligo di quarantena per chi rientra da Grecia, Spagna e Malta scatterà solo a partire da venerdì 14 agosto.
Il quotidiano riporta alcune dichiarazioni rilasciate da siciliani, in arrivo o in partenza verso quei paesi dichiarati “a rischio”. C’è chi ha giocato di anticipo: “Saremmo dovuti partire il 14, ma vista l’aria che tirava abbiamo deciso di affrettare i tempi: oggi (ieri per chi legge ndr) alle 13 abbiamo comprato il biglietto per l’aereo delle 16, spendendo un sacco di soldi”, racconta Federico, vicino alla moglie. Lui siracusano, lei di Pescara, vivono e lavorano a Malta con un bimbo di 18 mesi. «In Sicilia siamo venuti per trovare i miei – continua – ma non volevamo rimanere bloccati due settimane in casa. Abbiamo cambiato i nostri piani e c’abbiamo azzeccato: noi abbiamo sempre preso tutte le precauzioni, nostro figlio è cresciuto praticamente dentro casa. Adesso non possiamo pagare per un pugno di ragazzini che non rispettano le regole”.
“Mi sembra una cosa un po’ affrettata, sull’onda della mediaticità – commenta un giovane catanese appena sbarcato dal volo proveniente da Madrid – non vedo coinvolti Paesi come la Francia o la Germania che hanno tanti casi come la Spagna. Piuttosto che costringere alla quarantena, perché non fanno subito i tamponi?”. Pensiero condiviso da altri passeggeri: “Test rapidi e tamponi, così viene bloccato solo chi veramente lo merita”. “Tutta questa incertezza – aggiunge un imprenditore tornato dalla Spagna – ti lascia un’ansia incredibile, il timore di non poterti muovere liberamente. Se fossero chiari e puntuali magari uno decide proprio di non tornare. La scorsa notte – conclude – non riuscivamo a dormire per l’ansia”.