Repubblica: “Quando in panchina c’era Delneri e i rosanero giocavano in Europa. Ecco cosa successe il giorno dell’esonero…”
“Raccontano che il giorno in cui Maurizio Zamparini decise di esonerare Gigi Del Neri (all’epoca tutti lo scrivevano così prima di scoprire che all’anagrafe il vero cognome del tecnico era Delneri) litigò in maniera furibonda con l’allora direttore sportivo del Palermo Rino Foschi. I due si “confrontarono” nella villa del presidente ad Ajello del Friuli. Toni forti, parole grosse, una giacca strappata, ma alla fine, come sempre, l’ultima parola spettò a Zamparini che cacciò il suo conterraneo Delneri per affidare la squadra a Beppe Papadopulo. Era il 29 gennaio del 2006. Il giorno prima il Palermo aveva perso in casa contro il Siena per 3 a 1 con una tripletta di Bogdani e il gol rosanero di Godeas. Finiva così, dopo appena sei mesi, l’avventura in rosa di Gigi Del Neri, arrivato a Palermo per raccogliere la difficile eredità di Francesco Guidolin, l’allenatore che aveva riportato il Palermo in serie A dopo trentanni e che aveva conquistato la qualificazione a quella che all’epoca si chiamava la Coppa Uefa. Un traguardo storico che toccò proprio a Delneri dovere gestire. Bei tempi quelli di Gigi Delneri in rosanero. Non tanto per lui, che di quella esperienza e soprattutto del rapporto con Zamparini conserva un ricordo pessimo, quanto per i tifosi del Palermo che vivevano un momento magico della storia della loro squadra. A quei tempi il Palermo arrivava tra le prime nel campionato di serie A, lo stadio era sempre pieno, Zamparini era il santo laico da portare in processione con tanto di fresco conferimento della cittadinanza onoraria, la squadra aveva una rosa incredibile con quattro giocatori che sarebbero diventati campioni del mondo in Germania. Era il Palermo di Grosso, Barzagli, Zaccardo e Barone, ma era anche il Palermo di Corini, di Sirigu, Pepe, Brienza, Gonzalez, Giovanni Tedesco. E pazienza se nell’estate in cui Delneri arrivava a Palermo, la società rosanero vendeva Luca Toni alla Fiorentina per la “misera” cifra di dieci milioni di euro. E pazienza se per sostituire l’attaccante che aveva segnato cinquanta gol in due stagioni in rosanero arrivarono Caracciolo e Makinwa (14 gol in due anni anni il primo, 5 in una stagione il secondo). Quel Palermo era un Palermo che faceva innamorare, che faceva sognare, che faceva appassionare. E soprattutto l’atmosfera intorno alla squadra era completamente diversa. Sono trascorsi solo dieci anni
e invece sembra di raccontare storie di una vita fa, di una vita di altri. Il Palermo in Europa oggi sembra il titolo di un film di fantascienza eppure all’epoca era realtà. Era il Palermo di Gigi Delneri che iniziò la sua avventura contro i ciprioti dell’Anorthosis Famagosta e poi, nei gironi, trovo gli israeliani del Maccabi Petha Tiqwa, i russi del Locomotiv Mosca, gli spagnoli dell’Espanyol e i danesi del Brondby. Il cammino di Delneri fu più che lusinghiero tanto che il tecnico friulano lasciò a Papadopulo un Palermo qualificato ai sedicesimi contro lo Slavia Praga. E poco importa se Delneri, facendo fatica a pronunciare i nomi dei giocatori russi, israeliani, ciprioti, semplificava tutto dicendo: «hanno un ottimo numero 4, un eccellente terzino, occhio alla loro mezzala». Insomma, quello era comunque un Palermo che divertiva.
Un po’ quello che sta cercando di fare oggi De Zerbi con una rosa lontana mille anni luce da quella che aveva Delneri. Delneri che, oggi ammette anche Zamparini che ha provato più volte a richiamarlo sulla panchina rosanero, tra alti e bassi stava facendo bene. Forse, se fosse stato lasciato lavorare in pace, avrebbe potuto continuare il lavoro iniziato e che è stato costretto a mollare in tronco dopo solo sei mesi. Ventidue panchine rosanero in serie A con sei vittorie, otto pareggi e otto sconfitte. Imbattuto nelle sei panchine europee con il Palermo, con quattro vittorie e due pareggi. Insomma, numeri che non fotografano affatto il disastro allora evidenziato da Zamparini con l’esonero del tecnico che torna da avversario al “Barbera” con l’Udinese nella quale ha preso il posto di Beppe Iachini. Anche lui ex rosa, ma questa è un’altra storia…”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Repubblica” .