“Gli amici e i compagni di squadra, non solo a Palermo, lo hanno sempre chiamato Fabietto. Non certo il nome più adatto per un ragazzone di un metro e novanta che di cognome fa Grosso. L’attuale allenatore del Bari, che domenica pomeriggio ospiterà il Palermo nello scontro diretto fra capoliste, ritroverà parte del suo passato. Proprio quella maglia rosanero con la quale ha conquistato un posto fisso in nazionale, laureandosi poi campione del mondo. «È sempre stato un ragazzo con i piedi per terra – dice Patrik Di Giovanni, titolare del ristorante Pipi Room – qui da noi si sentiva a casa e passava spesso con i suoi amici Simone Barone e Cristian Zaccardo. Abitavano tutti e tre in centro e capitava che la sera venissero a mangiare da noi».
Alle pareti del locale ci sono ancora le sue maglie, quella del Palermo che ha lasciato con tanto di dedica quando si è trasferito all’Inter, e quella della Nazionale che ha regalato prima di andare a giocare, e vincere, i Mondiali calciando il rigore decisivo in finale contro la Francia. La Palermo di Fabio Grosso era tutta racchiusa in un quadrilatero fra le vie del centro, visto che abitava in zona Politeama, Boccadifalco, dove anche allora la squadra rosanero si allenava tutti i giorni, lo stadio “ Barbera” e Mondello. La spiaggia era una delle sue mete preferite e alle serate mondane preferiva cene e risate con Zaccardo e Barone e relative signore. Con Jessica Repetto, sua moglie, proprio nel periodo palermitano ha concepito il primogenito Filippo, oggi undicenne.
Timido e riservato, come lo descrivono quelli che lo hanno conosciuto e il suo compagno di stanza nei ritiri rosanero Beppe Biava, arrivò a Palermo nel mercato di gennaio del 2004 su richiesta di Francesco Guidolin. A ingaggiarlo dal Perugia fu l’allora direttore sportivo rosanero Rino Foschi che lo strappò all’Inter, squadra dove sarebbe poi approdato proprio nell’estate mondiale del 2006. Grosso per arrivare a Palermo scese di categoria, visto che gli umbri erano nel massimo campionato, però la sua retrocessione durò solamente sei mesi: il 29 maggio del 2004 era pure lui con tanto di parrucca rosanero sulla testa per festeggiare la promozione in A del Palermo. La sera del 30 gennaio del 2004 il suo acquisto fu perfezionato in cambio della comproprietà di Franco Brienza ( altro ex e oggi alle sue dipendenze a Bari) e il prestito del rumeno Paul Codrea. «Quelli con Fabio furono anni importanti – ricorda spesso Foschi – sfiorammo la Champions. Ha personalità da vendere e già da calciatore era un uomo spogliatoio». Foschi fu anche quello che lo cedette all’Inter prima che iniziassero i Mondiali per 5,5 milioni di euro e il cartellino del difensore Paolo Dellafiore.
Michel Platini oggi non ripeterebbe più quello che ha detto alla vigilia della finale di Berlino: «Non so nemmeno chi sia Grosso», disse.”. Questo quanto riportato dall’edizione odierna de “La Repubblica”.