“Quelli che fanno sentire di più la loro voce sono gli abbonati. Il provvedimento adottato dal Giudice Sportivo, per porte chiusi per Palermo-Atalanta di mercoledì prossimo, penalizza soprattutto loro. C’è chi continua a chiedere alla società di presentare ricorso per ottenere almeno la riapertura degli altri settori, chi prova a chiedere un rimborso per la quota partita già versata a scatola chiusa durante la campagna abbonamenti. Questa, però, è l’unica delle ipotesi che non potrà essere presa in considerazione né dalle associazioni dei consumatori, né tantomeno dai singoli abbonati. Nel contratto sottoscritto al momento del tesseramento, infatti, si legge chiaramente che ‘l’obbligo di giocare partite a porte chiuse non genera diritto al rimborso. Fatto salvo il caso della responsabilità diretta giudizialmente accertata della società’. Ma dal club fanno sapere che non è certamente questo il caso. L’unica strada percorribile per la tutela degli abbonati resta solamente quella del ricorso; ricorso che dovrebbe essere la società stessa a inoltrare. E il Palermo – salvo imprevisti cambi di rotta delle prossime ore – non farà niente di simile. La spiegazione è da ricercare nelle motivazioni che hanno accompagnato il provvedimento. I fatti denunciati al giudice sportivo sono esposti secondo una scala di gravità tale da non lasciare particolari margini di successo. Presentare un ricorso, con l’alta probabilità di vederselo respingere, non farebbe fare una buona figura a una società che in questo momento non gode certo di una buona considerazione fra addetti ai lavori e tifosi di calcio, soprattutto dopo le immagini televisive che hanno fatto il giro di tutti i telegiornali alle quali fa riferimento anche il giudice sportivo nelle motivazioni del suo provvedimento. Non si sa ancora nulla, invece, per ciò che concerne gli ultrà che, di fatto, con il loro atteggiamento hanno determinato la sanzione del giudice sportivo. “La strategia sarà decisa nei prossimi giorni dai singoli gruppi e anche su questo aspetto non c’è per nulla unità di intenti. L’unico nemico comune resta sempre la proprietà”. Questo quanto scrive l’edizione odierna de “La Repubblica” in merito alla decisione del giudice sportivo di chiudere le porte ai tifosi per Palermo-Atalanta.