Repubblica: “Popolare Bari a secco Giancaspro non ha restituito il prestito. Serie D vicina?”
“I contributi ai calciatori del Bari furono pagati il 6 aprile scorso con il denaro della Banca Popolare di Bari, sulla base di un fido concesso al patron Cosmo Giancaspro che per ottenerlo ha esibito alcune garanzie: in tutto un milione e 148mila euro, che però dopo due mesi non sono ancora stati restituiti all’istituto di credito. Emerge anche questo dalle indagini condotte dal nucleo di polizia economico- finanziaria della Guardia di finanza di Bari e coordinate dai pm Larissa Catella e Giuseppe Dentamaro, con le ipotesi di falso in atto pubblico e ostacolo all’attività di vigilanza, reati per i quali sono indagati Giancaspro e tre impiegati della banca. Dopo acquisizioni e sequestri, portati a termine negli uffici del FC Bari 1908 e nella sede della Banca Popolare di Bari, è cominciata l’attività di approfondimento sulle ipotesi di reato emerse nella prima fase d’indagine. La questione è quella del mancato versamento di contributi e ritenute di gennaio e febbraio ai tesserati del Bari, che è costato alla squadra la penalizzazione di due punti e, di fatto, l’esclusione dai playoff. Contributi che il presidente della società avrebbe dovuto pagare entro il 16 marzo e che invece, come risulta dagli atti prodotti dalla stessa Banca Popolare alla procura di Bari, sono stati versati solo il 6 aprile. Una questione che non è solo sportiva, ma che si è portata dietro importanti implicazioni di natura penale. Un giro di modelli veri e finti, F24 telematici che diventano cartacei, date che non combaciano, dichiarazioni da verificare. Ma su tutto, una costante che ritorna spesso nella storia recente del Bari: il conto della squadra non è capiente. Era proprio questo il motivo, emerge dai documenti, per cui fino al 6 aprile quei contributi non sono stati pagati ( nonostante l’esibizione di F24). E anche quel giorno, il milione 148mila euro necessario per adempiere all’obbligo di legge è arrivato solo grazie all’apertura di un fido. Dopo due mesi, però, l’istituto di credito ne attende ancora la restituzione. Sbilanciamenti che, si scopre, erano venuti a galla anche in altre occasioni, al punto che nei primi mesi del 2017 la Banca Popolare aveva segnalato i singolari movimenti sul conto corrente del Bari Calcio all’ufficio antiriciclaggio, che aveva avviato accertamenti, riscontrando numerose operazioni da approfondire. Elementi che poi l’istituto ha anche condiviso con la procura di Bari nell’ambito della nuova inchiesta. E mentre la banca attende la chiusura del fido, una sfida ancora più alta tocca alla squadra: la copertura dei 6 milioni necessari ad evitare lo scioglimento della società e il precipitare in serie D. Denaro di cui, a meno che non compaiano nuovi finanziatori, Giancaspro non dispone. Di certo, però, non avrà badato a spese il 14 aprile scorso (otto giorni dopo aver ottenuto il fido dalla banca) quando, in occasione del 18esimo compleanno della sua figlia minore, Angelica, ha allestito a festa lo stadio San Nicola, installando led luminosi nel campo che proiettavano dediche augurali per la neo maggiorenne, e comportandosi da perfetto padrone di casa per il party nel salone delle feste, collocato proprio nella zona “ Hospitality” dello stadio. Catering dall’esterno per il buffet e, all’ingresso, servizio d’ordine garantito dal personale della Best Union Company. Un evento al quale hanno partecipato in tanti ma che, per la sua singolarità, non ha eguali nella storia del calcio italiano. E’ la prima volta, infatti, che uno stadio venga utilizzato per fini privati dal presidente della squadra di casa. Intanto, però, giocatori e tifosi del Bari attendono con ansia crescente la data del 16 giugno, quando si decideranno le sorti della società, e dunque della squadra. Fra meno di una settimana, infatti, si terrà l’assemblea straordinaria dei soci, convocata da Giancaspro (il 15 in prima convocazione) per attestare formalmente lo stato passivo del club. Ricorrono infatti i presupposti previsti dall’articolo 2447 del codice civile, e cioè il precipitare del capitale al di sotto del minimo consentito dalla legge. Condizione dalla quale si può uscire solo ricapitalizzando con denaro liquido oppure trasformando la società in altra forma giuridica. Se nessuna delle due opzioni trova concretezza, la FC Bari 1908 viene messa in liquidazione. Su quello che avverrà il 16 si dividono le opinioni dei baresi e non si esclude nemmeno l’ipotesi che il precedente presidente del Bari, Gianluca Paparesta provi a riprendersi la società grazie all’intervento di finanziatori esterni”. Questo quanto riportato dall’edizione odierna de “La Repubblica”.