Repubblica: “Pomini, due parate da numero uno. E adesso il Palermo ha un nuovo leader”
“L’ultima partita l’aveva giocata il 31 maggio del 2015 nella vittoria per 3 a 1 del Sassuolo sul Genoa. Di Francesco gli aveva concesso la passerella finale nell’ultima giornata di campionato per rendere omaggio alla sua professionalità e serietà. Due anni e tre mesi dopo, Alberto Pomini ha lasciato la panchina e ha dimostrato che per lui il tempo si è come fermato. Altro che arrugginito, altro che eterno secondo. Pomini a Brescia è stato il migliore in campo e, in una sola volta, ha fatto capire a tutti che non solo può tranquillamente fare il vice di Posavec, ma che certamente può essere una valida alternativa al croato. Questa seconda circostanza, però, è meglio sussurrarla perché non arrivi alle orecchie di Zamparini che da sempre cerca un portiere che non faccia ombra a Posavec. E invece Pomini può fare crescere il croato e può essere lui stesso un valore aggiunto di questa squadra. Anzi, probabilmente valore aggiunto lo è già. Meglio, aveva già dimostrato di esserlo nello spogliatoio e al Rigamonti lo ha dimostrato anche in campo. Del resto, non giochi una vita in una squadra se non hai qualità, prima di tutto, morali. E Pomini queste qualità le ha tutte se è vero che con il Sassuolo ha fatto dalla C2 alla serie A e quindi l’Europa e se è vero che Di Francesco lo avrebbe voluto con lui nello staff tecnico della Roma. Pomini invece ha detto no. Ha detto chiaramente che i suoi trentasei anni non gli pesano e che lui di smettere non ne vuole sapere. Così questa estate, quando è arrivata la chiamata del Palermo, ci ha pensato un attimo – giusto il tempo per preparare la sua nuova vita da Sassuolo alla Sicilia – e poi ha detto sì. Per il Palermo è stato un ottimo acquisto. Del suo carisma negli spogliatoi si è detto, ma Pomini ha dimostrato di essere importante anche in campo. È chiaro che gli occhi di tutti erano puntati anche su di lui e il portiere ha risposto smentendo gli scettici. Due parate nel giro di sessanta secondi. Prima sulla botta di Cortesi dal centro dell’area deviata in angolo. Poi sul colpo di testa in tuffo di Caracciolo respinto con il palmo della mano. E quando, nel secondo tempo, Machin gli si è presentato tutto solo in area, a salvarlo è stato il palo. Ma va bene anche questo perché un pizzico di fortuna deve essere un elemento fondamentale del giusto mix che fa un buon portiere. Un portiere che si è già ambientato a Palermo. Che ha assaggiato le arancine e le ha trovate buonissime, soprattutto quelle al burro. Un portiere che è già leader. Basta sentirlo parlare nell’intervallo della gara. «La parata più bella? Parliamo piuttosto della squadra e dei meriti del gruppo. Volevamo dimostrare di non essere inferiori agli assenti ». Insomma, il gruppo che ha un Pomini in più. Uno che già da sabato è pronto a tornare in panchina ma che, c’è da scommetterci, si farà trovare pronto ogni volta che verrà chiamato in causa. Perché per lui il tempo sembra essersi fermato”. questo ciò che si legge sull’edizione odierna de “La Repubblica”.