Repubblica: “Più morti che in Cina. In Italia 3.405 decessi, 174 più che nel Paese asiatico. Allarme Lombardia: «Dobbiamo prepararci all’onda»”

L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sull’emergenza Coronavirus in Italia. I decessi in Cina aumentano di una quindicina al giorno. In Lombardia al contrario il virus continua a correre. Qui si contano 2.168 delle 3.405 vittime d’Italia e 14 mila dei 33 mila positivi. A Milano e provincia i nuovi contagi ieri sono raddoppiati: 634 contro i 318 del giorno prima. Il bilancio dei decessi in Italia ha superato quello della Cina, che è a quota 3.231 secondo i dati Oms. Eppure i contagi cinesi dall’inizio dell’epidemia, a dicembre, sono 81 mila contro 35 mila. Passata l’ondata di febbraio, a Wuhan il tasso di letalità è ridisceso dal 4% all’1%. Noi siamo sopra all’8%. «Prepararsi in anticipo rispetto all’onda è l’unica strategia» spiega Lopalco. Quando la punta dell’iceberg è spuntata dall’acqua, la massa di ghiaccio sotto era già enorme. Era la sera del 20 febbraio quando il “paziente uno” è emerso a Codogno: un mese fa. Il blocco di ghiaccio nel frattempo si è riversato su di noi con impatto micidiale. Per capire come mai Bergamo, Cremona o Brescia siano state colpite più di altre città vicine, bisognerebbe tracciare i contagi, ricostruire le trasmissioni. Missione impossibile, ormai. La Lombardia si è trovata a inseguire un nemico lanciatissimo da due-tre settimane di propagazione esponenziale senza freni.