“Certo è che sembrano passati secoli da quella stretta di mano davanti al Sun Bay Park Hotel di Civitavecchia con la quale Sensi e Zamparini suggellavano il passaggio della società rosanero dall’imprenditore di Visso a quello di Sevegliano. Una foto simbolica che per i tifosi del Palermo sembrava anche il passaggio da una vita sportiva di stenti a un futuro roseo e pieno di successi. E chissà che soddisfazione vedere il nuovo proprietario del Palermo chiedere il pignoramento delle azioni della Roma per un vecchio debito di Sensi. Un pignoramento che adesso, per una legge del contrappasso, colpisce proprio Zamparini sempre per un contenzioso nella gestione Sensi. Pignoramenti, ingiunzioni di pagamento, la querelle per il prestito da 57,8 milioni con Banca Popolare di Vicenza e quella con Unicredit: sembra che tutto si sia concentrato contro Zamparini per darne una immagine di patron in difficoltà. Oggi Zamparini, lo stesso che al quale è stata assegnata la cittadinanza onoraria, che veniva portato in processione nei mercati cittadini, che la gente avrebbe voluto santo subito, è il nemico numero uno tanto che a Palermo non mette più piede per sicurezza e se lo fa lo fa in gran segreto. Un uomo che è riuscito a dilapidare un incredibile patrimonio di passione e di credibilità. Zamparini ce l’ha messa tutta. Con la sua gestione schizofrenica della cosa rosanero ha stancato tutti. Anche i tifosi a lui più vicini lo hanno abbandonato. Eppure c’è stato un tempo non troppo lontano in cui Zamparini era l’uomo che tutto poteva. Era quello a cui chiedere un favore, un posto di lavoro, una raccomandazione, una donazione in beneficenza, un prestito, un negozio al centro commerciale. Erano gli anni d’oro nei quali Zamparini dava una immagine di imprenditore di successo e la sua villa a Bad Kleinkirchheim era meta di un pellegrinaggio di amici palermitani con i politici in prima fila”. Questo quanto si legge su “La Repubblica”.