L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla situazione del Trapani. In punta di diritto, se venisse confermata l’ipotesi di deferimento, il Trapani e la Juve Stabia rischierebbero l’esclusione dalla serie B: Fabio Petroni, infatti, viene indicato come socio dei due club nel periodo che intercorre fra il 21 giugno e il 9 luglio scorsi. Una vicenda complessa, maturata nel periodo convulso del trasferimento della società dalla vecchia alla nuova proprietà, in cui si inserisce anche l’accusa di mancata presentazione dei documenti di onorabilità finanziaria da parte della proprietà della FM Service di De Simone. In questo quadro complessivo, vengono indagati (va puntualizzato che si tratta solo e sempre di giustizia sportiva) anche il precedente patron Maurizio De Simone, l’ex presidente del consiglio di amministrazione Paola Iracani, l’ex amministratore delegato dell’Alivision Luigi Foffo e alcuni fra dirigenti e soci sul fronte della Juve Stabia (Pasquale Martinelli, Edoardo Comito, Vincenzo D’Elia, Giuseppe Di Maio, Francesco Manniello e Antonio Parente). Adesso, ci saranno quindici giorni di tempo per capire se il Trapani andrà sotto processo e per comprendere, eventualmente, quale sarà il futuro che riserva questa complicatissima stagione. Pur di fronte ad un documento ufficiale della Procura Federale, l’ufficio legale del Trapani dimostra sicurezza e ribatte colpo su colpo agli organi di stampa che raccontano l’accaduto. “Per quanto concerne la contestazione relativa al presunto mancato deposito della documentazione attestante i requisisti di onorabilità e di solidità finanziaria – si legge nella replica – si precisa al riguardo che il socio unico Alivision ha fornito tutta la documentazione richiesta, sin dal 2 luglio, dalla Figc, comprovando la sussistenza dei requisiti, altresì, le referenze bancarie conformi alla normativa di settore, come riscontrato dalla stessa Figc che ne ha verificato la genuinità interpellando l’istituto bancario interessato. In ordine alla vicenda legata alla Juve Stabia, esperienza conclusasi nel maggio 2019 si smentisce categoricamente la sussistenza di presunte doppie proprietà e doppie qualità di socio, come verrà puntualmente documentato nelle sedi opportune dal Trapani Calcio e dallo stesso Petroni che, come già evidenziato in precedenza, non ha mai svolto alcun ruolo gestionale all’interno della Juve Stabia. Con riferimento al Trapani Calcio, sotto la vigenza della nuova governance, non si ravvisa, quindi, alcuna violazione del codice sportivo, né tanto meno alcun pericolo di ” sospensione dei contributi federali”, affermazione quest’ultima non solo destituita di qualsiasi riscontro normativo ma assolutamente fuori luogo considerata l’ineccepibile gestione amministrativa della Società Trapani Calcio attestata da tutti gli organismi di controllo intervenuti”.