Repubblica: “Pelagotti dall’ira al dietrofront «Non ce l’avevo con i tifosi»

L’edizione odierna de “La Repubblica” riporta le dichiarazioni in conferenza stampa di Alberto Pelagotti, portiere del Palermo: «Una sconfitta non vuol dire niente – aveva scritto su Instagram – Siamo soli, come lo siamo sempre stati. Solo il tempo metterà ognuno al proprio posto: ogni re sul suo trono e ogni pagliaccio nel suo circo!!! Forza Palermo». Parole che hanno scatenato la reazione di chi si è identificato come bersaglio dello sfogo del portiere, fra questi anche i tifosi. «Non è successo nulla di particolare – è la spiegazione di Pelagotti – ero deluso e amareggiato per il modo in cui è andata la partita di Licata. Ho scritto questa cavolata, ho fatto una bischerata, poi mi sono reso conto e ho tolto tutto. Non volevo mancare di rispetto a nessuno, forse avrei dovuto fare un altro post per ringraziare i nostri tifosi che sono venuti a Licata. Lo faccio adesso. Non ci siamo capiti. Mi sconcerta solamente l’idea che qualcuno possa avere pensato che era un post diretto a loro». Pelagotti precisa anche che non ce l’aveva con nessuno dell’ambiente Palermo. « È proprio fuori strada chi ha immaginato che ce l’avevo con qualcuno della società o peggio ancora con l’allenatore. Non mi permetterei mai, non sono nessuno per scrivere una cosa del genere, amo Palermo, amo il Palermo, amo i tifosi dal primo all’ultimo. Sarebbe da cogl… fare una cosa del genere. E poi sono un tipo diretto, se ho qualcosa da dire a qualcuno la dico in faccia». Le parole del portiere servono per capire a chi non era diretto il messaggio. Ma resta il mistero su chi fosse in realtà l’obiettivo dello sfogo. Ieri il portiere del Palermo, prima di presentarsi davanti a taccuini e microfoni, ha parlato a lungo con l’allenatore Rosario Pergolizzi. «Siamo soli – spiega Pelagotti – l’ho scritto anche in altro post, dopo la vittoria di Cittanova. In quel caso nessuno ci ha fatto caso perché avevamo vinto». “Portiamo a casa tre punti importantissimi – era stato il suo messaggio quella volta – su un campo molto difficile. Questa vittoria è tutta nostra. Siamo soli, noi, il nostro fantastico pubblico e la nostra splendida città di Palermo”. «Il mio “siamo soli” – continua Pelagotti – si riferisce al fatto che nessuno ci regala niente. Contro di noi tutti fanno la guerra e vorrei che facessero altrettanto anche quando affrontano le altre squadre. A proposito del “pagliaccio” del post non ho bisogno di spiegare, chi lo è lo sa già». Resta il fatto che la partita di Licata è stata una brutta battuta d’arresto. «E per questo rimane una rabbia forte addosso – fa notare Pelagotti – non dico che ci poteva dare la sicurezza della vittoria del campionato, perché quella arriverà solo con la certezza matematica, ma avrebbe indirizzato decisamente la stagione. Avere dieci punti di vantaggio a nove giornate dalla fine sarebbe stato un margine netto. Ne abbiamo sette, sappiamo che se ne vinciamo sette su nove siamo in C. Ma i rimproveri quando una partita va male non è compito nostro farli, è dell’allenatore. Ho rivisto la partita, abbiamo giocato il primo tempo sotto tono, ma nel secondo siamo entrati in campo in maniera diversa. Nell’intervallo è stato bravo Pergolizzi a usare le parole giuste per farci cambiare atteggiamento. Capisco che c’è il diritto di critica e non sono io a dovere difendere l’allenatore, ma se alleno una squadra vi assicuro che non mi tiro certo una zappa sui piedi. Se faccio delle scelte le faccio per quello che mi ha detto il campo in settimana. A volte le azzecchi e a volte no. Ma se Pergolizzi è primo in classifica dalla prima giornata mi sa che c’è poco da aggiungere».