L’edizione odierna di “Repubblica” per la rubrica ricordi rosanero, propone il racconto di Ettore Zanca: “Scavare nella memoria addolcisce i ricordi. Questo spesso ci fotte per esempio negli amori finiti. Pian piano emergono solo belle immagini e i pochi momenti felici sembrano essere durati secoli. Il tempo è un abile bottegaio di essenze ipnotiche che stordisce chi ascolta il suo canto. Ma noi «atteniamoci alla leggenda che conserva integri i fatti», come recita un cantante lacustre. Era il sei aprile del 2008. Lo stadio era il “Renzo Barbera” di Palermo, per chi a queste strade dà del tu per averne masticato l’asfalto come me, semplicemente “La Favorita”. Tutto quello che volete. La Juve non era la tritascudetti di adesso. Non c’era l’hombre ipertrofico di Funchal, al secolo Cristiano Ronaldo. Buffon era campione del mondo da due anni ma pure due rosanero lo erano. […] Il Palermo veniva da quattro sconfitte consecutive. La Juve aveva ambizioni da secondo posto al massimo. Ma era la Juve. Comincia il brasiliano che sembrava illuminato da una carriera da top. Amauri. Affronta l’avversario e forse ricordandosi che nel campo gira anche Alex Del Piero, tira fuori una sinusoide delicata come una carezza e potente come un amplesso. Incrocio dei pali e uno a zero. Io ero al ristorante con alcuni amici. […] Il tempo si dilata per magia. Perché Amauri va in sospensione da cestista e incorna. Roba che se tirava di piede era meno potente. […] Il secondo tempo serve alla Juve per ricordarsi fasti passati. Del Piero approfitta di due respinte non da accademia del calcio della difesa palermitana e pianta la bandiera del pareggio sulle pance troppo presto sazie dei rosanero. Tutto quasi ristabilito. Quasi. Perché a tre minuti dalla fine e dopo un miracolo di Fontana che non fa abbeverare Trezeguet della sua rete, arriva lui. Mattia Cassani. Da Borgomanero. Città più famosa per il tapulone che per i natali del buon Mattia. Fino a quel momento. Mattia col sinistro non sale nemmeno sull’autobus. Su una respinta della difesa dei bianconeri, sfodera una stecca dalla distanza che descrive una retta perfetta per baciarsi con la rete. Non ci crede nemmeno lui. E nemmeno noi peones che per una sera ci siamo sentiti da Champions.
Altri tempi”.