Repubblica: “Palermo-Venezia, lo Zampaderby. Una storia simile vissuta con due società e due tifoserie diverse. Prima osannato poi osteggiato”

“Una storia simile vissuta con due società e due tifoserie diverse Prima osannato poi osteggiato
Vincere la diffidenza ed entrare nel cuore dei tifosi, poi uscirne così male da suscitare contestazioni. Non una sola volta, ma addirittura due e in due piazze diverse lontane da un capo all’altro d’Italia. Nel Palermo- Venezia che si disputerà sabato pomeriggio quasi quattordici anni dopo che le due formazioni si incontrarono l’ultima volta, c’è la paradossale coincidenza della stessa parabola di Zamparini alla guida di Venezia e Palermo. Due percorsi simili, forse un po’ più ricco di soddisfazioni quello in rosanero, con tantissimi punti di contatto. L’ultimo periodo di Zamparini al Venezia è coinciso con l’esposizione perenne dello striscione “Zamparini vattene” nella curva degli ultrà lagunari. A Palermo, ma anche nel ritiro austriaco, è da questa estate che lo stesso concetto viene ribadito non solo con gli striscioni, ma anche con dei manifesti. E pensare che in entrambe le città Maurizio Zamparini era diventato un idolo. Quello che aveva portato Recoba in laguna e Miccoli al Palermo. Lo stesso che aveva portato il Venezia fino alla semifinale di Coppa Italia e i rosanero in Europa oltre che in finale di coppa Italia. Ma è anche lo stesso che ha annunciato sia a Venezia che a Palermo l’intenzione di cedere la squadra perché non gli è stato concesso di costruire lo stadio. « Sono stanco di questo calcio – disse Zamparini a marzo del 2000 – Non sono stanco del Venezia ma del calcio in generale. Se trovassi qualcuno interessato cederei la società, ma non al primo venuto». «Sono stanco di questo calcio e di questa politica – ha detto più volte a Palermo – Voglio vendere, ma non cederò a uno qualunque. Solo a chi avrà un progetto serio». Lasciò il Venezia appena retrocesso in B per acquistare il Palermo ufficialmente il 5 agosto del 2002. Le quote dei lagunari le trasferì a Franco Dal Cin, ma formalmente rimase proprietario almeno fino a novembre. Le carte federali di quel periodo raccontano della situazione economica disastrosa del Venezia, di un procedimento federale che ha visto Zamparini sanzionato ( inibizione di otto mesi, 10 mila euro di multa al Palermo e 10 mila euro al patron) per avere avuto contemporaneamente la proprietà di due club e di una doppia denuncia presentata dal presidente del Venezia Claudio Carrano a dicembre del 2002 alla procura della Repubblica di Padova: nei confronti di Zamparini per il delitto di truffa e di Dal Cin per il delitto di appropriazione indebita. Il prossimo 7 dicembre ci sarà l’udienza davanti al tribunale di Palermo per l’istanza di fallimento della società di viale del Fante. Quella lagunare venne dichiarata fallita il 22 giugno del 2005 dopo una lunga agonia e una retrocessione in C1. Quella stessa estate, grazie al cosiddetto Lodo Petrucci, il Venezia ripartì dalla C2. Lo stesso campionato dal quale era ripartito il Palermo nel 1987 grazie al posto liberato dalla fusione fra Venezia e Mestre portata a termine dal patron del Venezia Zamparini che all’epoca acquistò le quote del Mestre. Quell’operazione mandò su tutte le furie i tifosi di tutt’e due le squadre. Una questione superata nel corso degli anni, ma che è tornata questa estate per un “ 110” scritto sulla maglia. «Credevamo che l’era Zamparini – dicevano gli ultrà veneziani ad agosto – fosse morta per sempre » . Caso risolto con l’aggiunta sotto il 110 degli anni di fondazione del Venezia di Zamparini ( 1987), del Venezia (1907) e del Mestre (1929). Per i tifosi del Palermo, invece, ancora è presto per fare pace con Zamparini. L’unica cosa che vorrebbero è che a saltare fra le tante analogie fosse il fallimento. Quella, nonostante c’è chi sostiene che anche la radiazione sarebbe una soluzione, sarebbe già una vittoria”. Questo quanto riportato da “La Repubblica”.