L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla sventura che ha coinvolto un 20enne palermitano.
Lo hanno prelevato poco dopo essere salito in auto in una via vicina al locale di via Carducci, dove aveva appena trascorso la serata con amici e compagni di facoltà. Lo hanno minacciato, costretto a prelevare denaro ad uno sportello bancomat per poi rapinarlo di denaro, telefono e auto. La notte fra il 5 e il 6 gennaio si è trasformata in un incubo per un universitario di 20 anni, una tranquilla serata nel salotto buono di Palermo ha rischiato di trasformarsi nell’ennesimo fatto di sangue che ha per vittime (o in altri casi per colpevoli) i giovani palermitani. Ancora una volta a cento metri da piazza Politeama, nel cuore della città controllata dalle forze dell’ordine.
Dopo l’omicidio in discoteca al Noct3 di via Calvi e la sparatoria al culmine della rissa in via Isidoro La Lumia, la zona della movida frequentata dai giovani della borghesia palermitana continua ad essere teatro di violenza. Una settimana fa il 20enne stava semplicemente tornando a casa. Da quanto accertato dagli investigatori del commissariato Palermo Centro e della sezione antirapina della squadra mobile, non c’erano state discussioni con altre persone, non aveva avuto atteggiamenti provocatori. La vittima non aveva bevuto, non cercava guai, non aveva nemmeno attirato l’attenzione sgommando con un’auto sportiva, comportamento che ogni fine settimana i residenti segnalano al centralino della polizia municipale.
Aveva salutato la compagnia, raggiunto a piedi la sua utilitaria parcheggiata poco distante e stava tornando a casa quando è stato sorpreso dai due rapinatori, dalla descrizione due adulti di circa 50 anni, che hanno approfittato del buio nella zona per salire a bordo dell’auto e costringere il ragazzo a fare quello che volevano. Un’azione fulminea, durata pochi secondi. «Non mi sono accorto di loro, mi sono arrivati alle spalle appena ho aperto la portiera» ha raccontato alla polizia. Non è chiaro se i due fossero armati di pistola o impugnassero coltelli. «Mi hanno minacciato e costretto a raggiungere il bancomat» ha detto il ventenne ancora frastornato dalla paura. Non ha nemmeno avuto il tempo di entrare in auto e chiudersi con le serrature di sicurezza delle portiere che i due gli si erano seduti accanto e dietro. Non è stato picchiato ma pesantemente minacciato. Lo studente ha avuto il sangue freddo di non reagire, si è diretto al più vicino sportello bancomat, è sceso ed ha prelevato la cifra massima di contanti consentita sotto la minaccia dei due. Non paghi, i rapinatori gli hanno preso il portafogli, il telefono e sono fuggiti a bordo della sua auto.