Repubblica: “Palermo. Un cellulare per tre. I figli della crisi studiano a turno”

L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sugli effetti dell’emergenza Coronavirus. Mirko, 7 anni, ripone penne e matite nel portacolori che sono quasi le 23. Fa un grande sbadiglio e chiede alla madre se può vedere cinque minuti di cartoni prima di dormire, tanto è già in pigiama. Non aveva mai studiato dopo cena ma, da quando il virus ha chiuso le scuole — la sua e quella dei fratelli è la De Amicis — non ha alternative. Nella sua casetta della Noce c’è un solo smartphone, quello di mamma, e a dividerselo, per compiti e lezioni online, sono in tre: lui e la gemella Martina, che frequentano la seconda elementare ma in sezioni diverse, e il fratello Fabrizio, 10 anni, che va in quinta. Ci vuole la passione di un bambino per tenere mente e occhi aperti quando si dovrebbe essere a nanna. E ci vuole il coraggio di una madre: Monica, che studia la notte per potersi sedere, di giorno, accanto ai figli e aiutarli nei compiti.
La famiglia Scalici, mamma Monica, 37 anni, papà Francesco, i figli Fabrizio, Mirko e Martina e il cane Rocky, tira avanti grazie al reddito di cittadinanza. Poco più di 500 euro. E fare i compiti con le scuole chiuse ha un costo. Intanto, 25 euro al mese per i giga. «All’inizio — racconta mamma Monica — facevo anche stampare i fogli che la scuola ci mandava. Ma in una settimana ho speso 10 euro e non possiamo permettercelo». Così ai bambini non resta che copiare tutto a mano sul quaderno. «Ma perché le maestre non ci danno i compiti dai libri?».
La mattina, il primo che siede con mamma al tavolo del soggiorno- cucina è Fabrizio: «Lui va in quinta e ha i compiti più difficili». Comincia a studiare verso le 9,30 e sta sui libri anche fino a mezzogiorno. «Fabrizio è bravo. Se ha un dubbio, mi do da fare, anche se io ho fatto solo la scuola professionale da parrucchiera». Dopo pranzo, alle 14,30, è il turno di Martina: «Con lei ci vuole il doppio del tempo, studiamo insieme almeno fino alle 17,30». Nel frattempo Fabrizio e Mirko un po’ riposano e un po’ giocano: a carte con papà, scopa o cucù, o con la pasta di sale che mamma Monica ha trasformato in pongo colorato utilizzando i coloranti della frutta martorana. Alle 18 si comincia a organizzare la cena e alle 21, quando tutto è sistemato, tocca a Mirko sedersi al tavolo della cucina. «Lui è bravissimo — racconta la madre — se preparo una cosa buona da mangiare, dice: “Mamma, è prelibato”. Gli ho comprato tempo fa un fumetto di Topolino e lo legge tutte le mattine. Che pena farlo studiare di sera: ma che altro posso fare?».
Martina sogna di fare la veterinaria, Fabrizio e Mirko i carabinieri. Mirko che studia la sera fa commuovere l’insegnante di Italiano Alessandra Celesia che segue i suoi alunni su WhatsApp, almeno quelli che hanno la connessione, in una scuola dove il 70 per cento delle famiglie non ha un pc e il 40 nemmeno un telefono. « La foto di Mirko che fa i compiti in pigiama è un tesoro che custodirò».