“Giorni caldi su tutti i fronti per il Palermo. Il rischio è che in poco tempo siano crollate le certezze che dal primo giorno di ritiro erano state faticosamente costruite dopo la retrocessione. L’intenzione di isolarsi da tutto e da tutti e pensare solo al campo non è bastata per battere il Cittadella a poche ore dalla presentazione dell’istanza di fallimento da parte della procura di Palermo. Allenatore e giocatori dicono di non cercare alibi, ma la squadra scesa in campo lunedì sera contro il Cittadella era lontanissima da quella che ha conquistato la vetta della classifica appena pochi giorni fa. Alle critiche piovute sulla squadra e su Posavec Zamparini risponde che gli «dispiace per gli attacchi che subisce il portiere – sottolinea al sito ufficiale del club – vorrà dire che a gennaio lo daremo via, tanto io a gennaio non ci sarò, ci penserà qualcun altro». Il rischio più grosso è il senso di accerchiamento che potrebbe colpire prima di tutti i giocatori. Sono loro quelli che vanno in campo e che, al di là dei rischi provenienti dalle carte dei tribunali, sono artefici del destino dei rosanero insieme all’allenatore Bruno Tedino. È anche vero che la situazione fumosa che continua ad avvolgere l’aspetto penale potrebbe acuire le difficoltà della squadra se dalla società, che continua a ripetere di avere le carte in regola per chiarire la situazione, non si farà luce sulla vicenda entro la prima udienza fissata per il 7 dicembre e soprattutto entro Natale, periodo dell’anno in cui si potrebbe arrivare a sentenza se la fase prefallimentare dovesse arrivare fino in fondo.
In questo clima si inseriscono le parole del patron Maurizio Zamparini, preoccupato dalla condizione atletica della squadra e da non precisate manovre contro la società. Se quello contro il Cittadella è stato solamente un passaggio a vuoto e non una conseguenza delle vicende societarie si potrà capire molto presto. «Non so se le questioni societarie abbiano influito o meno nella testa dei giocatori – dice Zamparini – non penso che se non corrono è colpa di quello che è successo negli ultimi giorni. Certamente sono cose che si ripercuotono nella testa dei giocatori, del tecnico e di tutto lo staff. E naturalmente nella mia. Non so cosa c’è dietro. I miei avvocati stanno lavorando ma io sono veramente esterrefatto e penso che non rimarrò a Palermo, mi dispiace. Sicuramente ci sarà della gente che vuole che io vada via; io andrò via comunque, anche se c’è anche gente che mi vuole ancora nel Palermo. Non ce la faccio più per una questione di età e di salute a subire tutto questo». La sensazione è che il futuro del club si deciderà al massimo entro due mesi e che Zamparini si consideri comunque in uscita. Anche se poco tempo fa aveva detto che a dicembre il Palermo avrebbe avuto una nuova proprietà. Sulla cessione, però, incombe la questione penale. E a proposito dell’istanza di fallimento, con la prima udienza fissata per giovedì 7 dicembre, è stato nominato anche il giudice delegato che è Giuseppe Sidoti. Il Palermo, una volta ricevuta la notifica da parte della quarta sezione del tribunale fallimentare, ha già iniziato a lavorare sulla strategia difensiva che punterebbe a sciogliere il nodo più grosso, vale a dire l’ipotesi del reato fallimentare che ha spinto i pm a presentare l’istanza per potere perseguire i reati punibili a carico degli amministratori soltanto in presenza di una dichiarazione di fallimento”. Questo quanto riportato dall’edizione odierna de “La Repubblica”.