L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sui tanti problemi da risolvere del Comune di Palermo.
Fermata soppressa. Anche ieri il Consiglio comunale senza più una maggioranza ha deciso di rinviare la discussione sul piano triennale delle opere pubbliche, come accade ormai da due mesi, nonostante la minaccia di Orlando di denunciare tutti gli eletti alla Corte dei conti. Ma che significa lo stallo sull’atto presentato dalla giunta a Sala delle Lapidi quattro mesi fa? Che sono a rischio 250 milioni di fondi extra- comunali. Significa che il progetto del nuovo tram — 198 milioni per le tre linee di via Libertà, via Notarbartolo e via Roma — rischia di saltare del tutto.
Significa che il Comune sta per perdere quasi 30 milioni di fondi Agenda urbana che consentirebbero di rifare interamente gli impianti di illuminazione di mezza città. Significa che rischiano di non esserci soluzioni a breve termine per l’emergenza cimiteri, dal nuovo forno crematorio ai 454 loculi che dimezzerebbero il deposito. Significa che restano bloccati anche i progetti per le riapertura dei nidi Mimosa e Domino che quest’anno sono rimasti chiusi in attesa della ristrutturazione.
Significa soprattutto che restano nei cassetti gli 11 milioni l’anno — l’accordo quadro ne prevede 44 per quattro anni — che servono per bandire la gare per il rifacimento delle strade che ormai — è ufficiale — nessuno ripara più. Nella città che tra sei- sette mesi eleggerà il nuovo sindaco, Leoluca Orlando si ritrova senza un soldo in cassa e con un’aula consiliare che lo ha messo in minoranza. Adesso l’ex maggioranza punta sul sostegno del Movimento Cinquestelle per strappare il sì al piano triennale: un elenco di opere già finanziate con fondi extra- comunali che aspettano solo il disco verde di Sala delle Lapidi per essere mandate in gara. Proprio ieri l’avvocato capo Giuseppe Natale, con un parere espresso su richiesta dell’aula, ha confermato che l’elenco 2020 va approvato subito.