Repubblica: “Palermo, strage di cavalli. L’ombra del doping e delle corse illegali”

L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulle corse clandestine in viale Regione a Palermo e la morte di un cavallo.

Due cavalli morti in due settimane a Palermo, entrambi in viale Regione Siciliana all’altezza di Bonagia, entrambi mentre trainavano un sulky, il calesse per le corse di trotto. Dopo “Messi” deceduto al termine della sfida clandestina contro “Nino D’Angelo” a metà gennaio, ieri mattina un secondo animale è stato trovato privo di vita alla rotonda di via Oreto.

Come sia morto è un giallo: è ancora da chiarire se fosse in corso anche in quel caso una gara o se l’animale fosse in allenamento. Negli ultimi giorni molti residenti e automobilisti hanno notato il ritorno in strada dei calessi che allenavano gli animali in circonvallazione e via Basile. Le sgambature sono riprese dopo che il ponte di Corleone è stato riaperto al traffico e con loro le gare ormai a cadenza settimanale.

Ieri alle 7 l’animale, che ha un regolare microchip, è stato trovato a terra sul ciglio della strada. A segnalare la morte non è stato il suo driver, che comunque è stato trovato vicino all’animale da una pattuglia della municipale. Agli agenti avrebbe detto che il cavallo si è accasciato a terra ed è stato successivamente colpito da un’auto in corsa. Una vettura che non si è poi fermata ed è scappata. «Stiamo verificando questa versione e cercando auto danneggiate nella zona — commenta il comandante della polizia municipale Angelo Colucciello — In quel tratto non ci sono telecamere. I veterinari sostengono che la morte dell’animale potrebbe essere compatibile con un trauma da investimento».

Su cosa ci facesse un cavallo al trotto in viale Regione alle 7 il guidatore non ha saputo rispondere. Una delle ipotesi è che l’animale fosse stato dopato prima dell’uscita di ieri mattina (corsa o allenamento) e il suo cuore non abbia retto allo sforzo. Due settimane fa la morte di un altro cavallo, il campionissimo “Messi”, aveva provocato un’ondata di commenti soprattutto sulla piattaforma TikTok, utilizzata dai protagonisti delle corse per raccontare le sfide. «La storia è Messi, Nino D’Angelo era l’imbattibile e Messi gli ha fatto fare 995 metri dietro» scrive Lamattina commentando le gesta dell’animale stramazzato a terra a pochi metri dal traguardo mentre era al comando. Fra gli stessi frequentatori delle corse clandestine c’è chi sospetta l’uso massiccio di doping prima delle sfide.