L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul Palermo sconfitto dal Frosinone.
Palermo con il mal di trasferta. Rosanero puniti da una sbavatura difensiva in un primo tempo equilibrato, ma troppo timido. E poi protagonisti di un secondo tempo giocato con applicazione, ma senza la creatività e la fantasia necessarie per pareggiare la gara, che pure si poteva recuperare sfruttando meglio un paio di occasioni con Segre e Di Mariano. Perché se non segna Brunori il tabellino dei rosanero resta inchiodato sullo zero. Al “Benito Stirpe” di Frosinone è finita 1-0 per la squadra di Fabio Grosso e il Palermo di Corini non è riuscito a dare continuità alla vittoria contro il Genoa. E nemmeno a prendersi una rivincita dopo l’avvelenata finale del play-off del 2018, quella dei “palloni in campo”.
«È stata una partita equilibrata nella quale le due squadre hanno provato a superarsi: fa male commentare una sconfitta ma dobbiamo pensare ai miglioramenti rispetto alla gara persa contro la Reggina», ha detto Corini a caldo dopo il fischio finale. «C’è rammarico per il gol subito, perché con un attacco in profondità e una deviazione gli avversari hanno trovato il vantaggio mentre noi non siamo riusciti a sfruttare le occasioni – ha detto ancora il tecnico – queste partite vengono decise da una virgola che stavolta non è stata a nostro favore». Nella lettura della gara, però, non si può non sottolineare la difficoltà del Palermo a trovare la rete con giocatori diversi da Brunori. Perché le migliori occasioni della partita questa volta sono capitate sui piedi di Di Mariano (due volte) e sulla testa di Segre ed è mancata non solo la buona sorte, ma anche la freddezza per segnare il gol del pareggio.