L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla riapertura delle scuole in Sicilia.
Nella Babele siciliana della scuola irrompe il caso Messina con il Tar che boccia l’ordinanza del sindaco Cateno De Luca e rimanda già oggi tutti sui banchi. Ma lo scenario che si va delineando — a 48 ore della scadenza delle circa 160 ordinanze emesse dai sindaci, da Catania a Palermo, per posticipare ancora il ritorno in classe — è di una riapertura da lunedì. A maggior ragione alla luce dei dati, con lo spettro della zona arancione che sembra allontanarsi di almeno sette giorni per la riduzione dei ricoveri in terapia intensiva.
Formalmente l’assemblea dei sindaci si riunirà domani ma con i prefetti in stato d’allerta, i Comuni non possono tirare troppo la corda. E lo sa benissimo anche il presidente Anci Leoluca Orlando che ha capeggiato la rivolta degli amministratori convocando due giorni fa l’assemblea dei sindaci un’ora dopo che la Regione aveva annunciato il ritorno in presenza. Orlando che ha usato lo stratagemma dell’articolo 50 del Testo unico enti locali — quello che dà poteri speciali ai primi cittadini in caso di pericolo — sa che l’ordinanza deve avere breve durata, pena la sua nullità come accaduto a Messina dove De Luca aveva chiuso i plessi fino a fine mese.
«Non vogliamo sostituirci a chi ha la competenza per decidere ma vogliamo accendere i riflettori — dice Orlando — in un momento di contagi record servono dati chiari comune per comune per dare a tutti la possibilità di organizzarsi al massimo della sicurezza». Proprio da Palermo è partita però la rivolta dei genitori che si sono affidati agli avvocati Fabrizio Dioguardi e Monica Genovese: un gruppo ieri ha impugnato l’ordinanza di Orlando al Tar. Il tribunale potrebbe esprimersi già oggi rimandando in classe gli alunni che frequentano il sabato. Meno di un terzo delle scuole siciliane, ieri, ha aperto i battenti per le lezioni in presenza. La quasi totalità degli istituti coinvolti — 513 sui 548 censiti dall’Ufficio scolastico regionale — ha attivato la didattica digitale integrata nonostante l’ufficialità della chiusura sia arrivata a tarda sera.