L’edizione odierna di “Repubblica” parla della questione scuola in Sicilia. La bozza sarà ufficializzata lunedì pomeriggio, ma il testo è già definitivo: nelle venti pagine che illustrano la scuola che verrà si immagina un’area compresa fra 1,8 e 2,2 metri, mascherine da indossare solo all’ingresso, all’uscita e durante la ricreazione e ingressi scaglionati per evitare gli assembramenti. La task force nominata da Roberto Lagalla e guidata da Adelfio Elio Cardinale, si è adeguata alla fuga in avanti di Suraniti. Fissando gli altri paletti di un documento che «si regge su quattro pilastri – specifica Cardinale – Distanza, mascherine, pulizia delle mani e sanificazione degli ambienti » . E se la Regione non potrà occuparsi della fornitura di gel igienizzante qualcosa si potrà fare invece per finanziare suddivisioni di spazi e piccoli adeguamenti: a disposizione ci sono infatti 50 milioni messi a disposizione da Roma e 24 stanziati dalla Regione. Il problema è di tempi, su questo fronte come su quello dei test sierologici: «Bisognerà verificare migliaia di studenti e di docenti negli ultimi 15 giorni», avvisa Cardinale.
Il resto dovrà essere definito più avanti e caso per caso. Se infatti le indicazioni sulla mascherina ne escludono l’uso sotto i sei anni e in classe, si potranno allargare ulteriormente le maglie se il rischio contagio sarà ridotto: « Faremo un’altra valutazione nella seconda metà di agosto», annuncia Cardinale.