L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul Palermo sconfitto a Venezia.
Manuale di un suicidio sportivo perfetto. Esempio di come sprecare un’altra occasione per i play-off, che adesso sembrano scivolare via. Riavvolgendo le azioni del 3-2 subito a Venezia si potrebbe dire che il Palermo è stato penalizzato dagli episodi. Ma se regala con un errore individuale del portiere l’1-1 a un avversario che nella prima frazione sembrava annichilito, dopo aver fallito la palla dello 0-2, e soprattutto, crolla nel secondo tempo, confezionando un rigore per il Venezia e facendosi infilare in contropiede, significa che forse l’orizzonte della stagione rosanero è solo consolidare la serie B.
Il Palermo così perde a Venezia e scivola al decimo posto: ma se l’ottavo posto è sempre a tre punti dipende solo dal fatto che il Pisa deve ancora giocare, mentre si allontanano di un punto la Reggina e il Parma e subentra pure il Modena che raggiunge i rosanero e li scavalca per la differenza reti. Dal punto di vista psicologico, verrebbe da dire che la lotta ai play-off per la squadra di Corini, a cui non è bastato il ritorno al gol del bomber Brunori, sia tramontata a Venezia L’incapacità di leggere i momenti chiave del match si è verificata nel secondo tempo.
Perché un calo di ritmo dopo una prima frazione a mille poteva essere legittima, ma regalare un calcio di rigore, come quello concesso da Nedelcearu per un intervento tanto irruente quanto inutile su Pohjanpalo, no. PDue minuti dopo, in azione di contropiede, è arrivato il 3-1 da Tessmann. A quel punto si è verificata un’altra costante del campionato del Palermo: il risveglio tardivo per rimettere in piedi la partita., impresa che stavolta non è riuscita
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