L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul Palermo sconfitto a Parma.
La personalità di giocarsi a viso aperto uno scontro diretto contro una squadra forte, in trasferta e senza sette titolari, non è certo mancata. Eppure, se il pareggio poteva essere il risultato più giusto, al Palermo si può rimproverare un atteggiamento troppo rinunciatario nella ripresa, perché l’unico modo per portare a casa da Parma almeno un punto era continuare a costruire gioco. Così, la sconfitta contro gli emiliani per 2-1, che ricaccia il Palermo fuori dalla zona playoff — seppur a pari merito con la Reggina e a tre punti dal Pisa, entrambe sconfitte — sembra figlia di un film già visto in altre partite: una gara positiva, ma con poca cattiveria nei momenti chiave. Eppure, per un attimo, dopo il gol del pareggio di pura furia agonistica di Soleri, il Palermo aveva persino pregustato il colpaccio, mentre era provvisoriamente settimo in classifica.
Il gol al 41’ sembrava presagire un secondo tempo diverso. Invece gli uomini di Corini sono entrati spenti nella ripresa, forse preoccupati di dover gestire una gara contro una corazzata del campionato con una rosa forte e profondissima, senza avere tante alternative in panchina soprattutto a centrocampo e sugli esterni. E non hanno funzionato i cambi del Palermo, su tutti quello di Brunori, che è entrato in un momento difficile della gara, in condizioni non ancora perfette, e ha toccato pochi palloni. Simbolo di un Palermo che deve assolutamente recuperare gli infortunati già da lunedì prossimo contro il Cosenza. Di sicuro la classifica non è compromessa: con la sconfitta del Pisa e della Reggina, il Palermo è nono a pari punti con i calabresi e con due punti in meno rispetto al Parma e tre ai toscani. A sette giornate dalla fine è tutto ancora aperto.