Repubblica: “Palermo Rischio notti violente, i locali corrono ai ripari: «Vigilanza aumentata ma ora c’è più paura»”

L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulle notti violente nella movida palermitana.

Vigilanza per prevenire furti delle auto parcheggiate, buttafuori, come nel caso del Country, che si occupano solo delle persone che scavalcano i cancelli per cercare di entrare, e personale della sicurezza in aumento. Nella città dove si susseguono risse e sparatorie nelle discoteche e nei locali, fino a quella della scorsa settimana al “Notr3”, culminata con l’omicidio di Lino Celesia, le due grandi discoteche palermitane — Mob e Country — da almeno un anno hanno intensificato i dispositivi di sicurezza e aumentato il numero di buttafuori. Ma si attrezzano anche locali e pub di dimensioni più piccole.

«Da più di un anno abbiamo attivato a nostre spese il servizio di vigilanza in via dell’Olimpo che ha debellato il problema del furto delle auto, che aveva raggiunto numeri imbarazzanti. — dice Vincenzo Di Fresco, titolare del Country — Qualche anno fa avevamo 13 addetti alla sicurezza, adesso nelle serate con capienza fino a mille persone sono più di 30 e abbiamo 4 persone che si occupano dei ragazzini che scavalcano. Ma oltre ai costi elevati, è impossibile controllare chi entra, che di certo non ha scritto in faccia che ha un daspo o precedenti penali».

Per capire cosa fronteggiano ogni giorno le discoteche basta mettere in fila i fatti più recenti. Al “Notr3” di via Calvi, una settimana prima dell’omicidio c’era stata una maxirissa. E un’altra a febbraio aveva portato la questura a chiudere il locale per un mese. Al Country in viale dell’Olimpo, ai primi di novembre, un 24enne è stato ferito con un taglierino dopo una lite. «A ottobre dell’anno scorso — dice ancora il titolare del Country Di Fresco — un buttafuori, dopo una colluttazione con dei ragazzi che volevano entrare senza pagare, ha perso un occhio e adesso non può più lavorare. Negli ultimi tempi abbiamo fatto denunce fornendo nomi e cognomi dei responsabili dei disordini, ma la verità è che il nostro servizio di sicurezza non può sostituirsi alle forze dell’ordine. Faccio questo mestiere da 10 anni, ma se prima eravamo preoccupati ora siamo spaventati e questo clima si ripercuote sulla clientela, che percepisce insicurezza e magari è meno propensa a uscire».